Ce l’avete ancora quel sacchettino di miglio semiaperto nella dispensa, sì? No perché vi ho trovato il modo di utilizzarne tantissimo, molto facilmente e con una ricetta che piace praticamente a tutti, grazie a Simona, nota pastonudista nonché amichetta mia, che già altre volte mi ha dato varie dritte interessanti, e che continuerà a darmene un sacco (verooo Simo?) :-)

latte di miglio

Qui dove siamo non è facile trovare latte come dico io, e se pensate che sono rigida su tante cose non mi avete vista quando si tratta di latte (e di uova, e di carne). Su questi prodotti l’attenzione è massima, viste le potenziali tossine, ormoni, antibiotici, e last but not least il fatto che possano provenire da animali infelici, cosa che proprio mi fa passare qualsiasi voglia di acquistarli.

Della qualità del latte (di mucca) ne parlava (e ne ha sempre parlato!) anche Stefano in un vecchio articolo (del 2010!!) su Qualeformaggio; ve ne riporto un estratto molto esaustivo.

Di fatto oggi queste vacche hanno una vita media di 5-6 anni, contro i 15 delle vacche autoctone mantenute libere al pascolo, in sintonia con il territorio e la natura. Certo la produttività di queste ultime è inferiore in termini quantitativi ma la qualità del latte è imparagonabilmente superiore. Superiore non solo per i parametri organolettici (grasso proteine, minerali), ma soprattutto per le componenti aromatiche e salutistiche. In effetti, questi animali liberi al pascolo hanno l’opportunità di scegliere le essenze foraggere spontanee, potendo selezionare anche piante medicamentose oltre che aromatiche.

È ormai dimostrato scientificamente, da ricercatori di tutto il mondo, che gli animali al pascolo producono un latte con un contenuto più alto di antiossidanti naturali, che non hanno niente a che fare con quelli sintetici, addizionati dall’industria al latte stesso.

E visto che per un mese del latte si può fare tranquillamente a meno, e che però alla piccola piace molto fare colazione con qualche tipo di latte, ho deciso di provare a fare questo di miglio, di cui Simona mi aveva parlato qualche tempo fa.

Non credevo fosse così semplice, e pure buono e digeribile :-) Basta bollire un po’ di miglio nell’acqua, frullarlo, passarlo in un colino a maglie strette e poi diluirlo a piacere. E il plus non indifferente è che se decidete di non diluirlo tutto, e quello che rimane lo mettete in frigo in una tazza, il giorno dopo potete scodellarlo su un piatto così com’è in forma di gustoso budino (opportunamente “condito”) e vi assicuro che i bimbi lo apprezzano in modo incredibile. Insomma non è proprio come il budino di questo inverno, ma ha il suo perché, soprattutto nella facilità di preparazione.

latte di miglio

Qualcuno si è spazzolato pure lo scarto, cioè il miglio che rimane nel colino, debitamente insaporito con uvetta, vaniglia e sciroppo d’acero! E dire che stavo per gettarlo perché lo avevo assaggiato e mi era sembrato troppo “integrale”. Nel colino rimane tutta la parte più duretta, che *non è* la pula come avevo pensato inizialmente. Il miglio che si trova in vendita è decorticato, e la pula, cioè il rivestimento esterno, non si mangia; in compenso si usa per riempire i cuscini (Claudia tu ne sai qualcosa, verooo?) :-P

Il segreto per far venire buona questa bevanda e non farle assumere quel sapore bleah da latte di ripiego è… metterci un pizzico di sale (che ne dici, Sabine?). Provare per credere, preparatelo senza e poi con, e vedrete la differenza abis…sale (questa mi è scappata eheheh).

Ovviamente potete aggiungere vaniglia, in inverno cannella, o aromatizzarlo un po’ come vi pare, e potete anche mescolarlo con il latte di mandorle (ricordate la ricetta del nostro mitico chef contadino?) per avere un ottimo latte di miglio e mandorle.

Ingredienti:
100 grammi di miglio
1 litro d’acqua pura
una presa di sale marino integrale
succo d’agave o miele, o zucchero grezzo, a piacere

Sciacquate (ma anche no) il miglio, mettetelo in una pentola media, aggiungete l’acqua e una presa di sale, mescolate e mettete sul fuoco; inizialmente potete anche metterlo a fiamma alta, poi quando comincia a diventare bello caldo abbassate la fiamma al minimo.

Lasciate cuocere il miglio per una mezz’oretta o più, fino a quando non si spappola completamente (assaggiate per provare il sale, nel caso aggiungetene un pizzico). Man mano che si forma la schiuma in superficie asportatela con una schiumarola e buttatela.

Quando il miglio è pronto frullate il tutto con il frullatore a immersione; cercate di fare in modo che il composto diventi più liscio possibile. Poi munitevi del colino a maglie strette più grande che avete, posizionatelo su un recipiente atto all’uopo e versateci dentro il tutto.

Agguantate un cucchiaio di legno e mescolate il miglio nel colino per far scendere più latte possibile. Se usate un colino piccolo ci vorrà un po’, e dovrete passare solo qualche cucchiaio alla volta, svuotandolo man mano che si riempie. Non gettate lo scarto: come vi dicevo potete rifilarlo con molta soddisfazione ai bimbi di casa.

Dopo aver passato il composto e aver ottenuto il vostro latte, potete dolcificarlo come vi pare e diluirlo a piacere con acqua, oppure versarlo in una tazza o una cocotte o uno stampo da budino, coprirlo con la pellicola e metterlo in frigo per una notte. Il giorno dopo vi basterà rovesciarlo su un piattino e aggiungere frutta secca, zucchero, cacao o quello che vi pare, sarà ottimo comunque.