Da mo’ che volevo appiopparvi una bella rubrica sulle erbe spontanee. Aspettavo solo che si presentasse alla mia porta (virtuale) un folletto abbastanza pazzo e pastonudista, veramente appassionato dell’argomento, ma anche affidabile e sufficientemente esperto, perché raccogliere i doni della terra non è solo rose e fiori (appunto).
erbe spontanee
Bisogna sapere bene quello che si fa, perché molti tipi di erbe possono essere velenosi o addirittura letali (anche a seconda del periodo o del luogo nel quale vengono raccolti), almeno quanto altri possono essere benèfici e curativi.
In questo caso il folletto è… una folletta. Che risponde al nome di Claudia, e che ha un bellissimo blog che si chiama Granosalis (scommetto che questo nome piacerà tantissimo a te, Sabine, vero?), nel quale non parla solo di erbe, ma di molte altre cose, per lo più comunque incentrato sull’autoproduzione, e voi sapete quanto amo l’argomento :-)
Insomma, bando alle ciance, ci siamo per vari motivi trovate a chiacchierare prima su facebook, poi in chat e poi al telefono, e ci è venuta l’insana idea di dare il via a una rubrica erbacea qui sul blog. Il titolo l’ha trovato lei, e a me piace tantissimo! Esprime perfettamente l’indignazione che provo anch’io quando sento chiamare qualsiasi tipo di pianta “erbaccia”. Ma come sarebbe?! Erbaccia perché? Perché dà fastidio alle monocolture? O forse perché ha la sfacciataggine di affacciarsi troppo sulle nostre strade asfaltate (ricordate? ne ho parlato qui, della disinvoltura con la quale i vari comuni utilizzano diserbanti and company)?!
Claudia Renzi
Orbene, mi sembra il momento di riabilitare piantine e piantone spontanee, anche se invadenti. E restituire loro la dignità che in tempi più saggi avevano, oltre alla loro utilità per la nostra salute e il piacere delle nostre papille gustative (ve l’ho detto che Claudia preparerà anche delle ricettine appetitose, vero?).
Un’ultima cosa prima di lasciare la parola all’esperta: tempo fa lessi che le piante aromatiche come timo, menta, rosmarino, e chi più ne ha più ne metta, hanno molte più proprietà e olii essenziali quando crescono spontanee, perché ovviamente tendono a nascere nel terreno e nella posizione migliore per loro. Ecco, credo che questo dica tutto sulla necessità che noi impariamo a osservare molto di più e forzare molto (ma molto!) meno :-)

“Oddio che emozione… aspettate che mi siedo un attimo, eh… occhei, ci sono.
Eh sì, sono emozionata, perché a me questo splendido luogo di divulgazione e confronto che è il Pasto Nudo è piaciuto tantissimo dal primo momento in cui ci sono approdata, e non mi sarei proprio aspettata di ritrovarmi qui a scrivere a casa di izn. Sono davvero contenta di essere qui, spero di riuscire a passarvi al meglio possibile la mia conoscenza e la mia esperienza con le piante spontanee.
Claudia Granosalis
Mi chiamo Claudia, nata e cresciuta a Roma e trapiantata da qualche anno nelle Crete Senesi, un territorio meraviglioso, ricchissimo a livello naturale e paesaggistico, ancora intriso di un’atmosfera rurale e contadina.

Mi occupo di cucina naturale da diversi anni, da quando ancora vivevo tra le caotiche strade romane. Lo spostamento in campagna ha permesso a questa passione di svilupparsi ancora di più e ad un’altra, quella per le erbe, fiori e frutti spontanei, di emergere con una certa prepotenza. Ho iniziato a studiarli in maniera del tutto naturale, osservando il territorio intorno a me. Ho imparato a dare un nome a una pianta dopo l’altra, entusiasmandomi come una bambina ad ogni nuova scoperta, per poi cominciare a utilizzare le piante in cucina e ad autoprodurre i miei rimedi naturali.

Questo percorso mi ha portata a percorrere un sentiero di campagna con una consapevolezza completamente diversa. Quel verde sotto i miei piedi non è più solo uno splendido insieme indistinto di piante e fiori, è diventato una miniera di conoscenza e possibilità, un mondo vastissimo dove, ne sono convinta, ci sarà sempre tantissimo da scoprire.
Il nome che ho voluto dare a questa rubrica sta ad indicare la direzione che vorrei prendere nel trattare l’argomento delle erbe spontanee, che nella maggior parte dei casi sono considerate inutili, scomode, indesiderate, qualcosa che cresce nel posto sbagliato. Voglio ridare valore soprattutto a quelle che vengono considerate le maggiori infestanti da campo e da orto, facendovi conoscere le loro eccezionali proprietà e il loro uso in cucina. Insomma, questa rubrica vuole essere un vero e proprio Elogio delle Erbacce (avete per caso letto l’omonimo libro di Richard Mabey? È splendido!), un mezzo per restituire a questi doni della natura il valore che meritano, per guardare con occhi nuovi un cespuglio di parietaria, un’invasione di farinello, una rete piena di convolvolo.
Nel mio piccolo, cerco già da un paio d’anni di condividere questo mio percorso tramite il mio blog, Grano Salis, in cui racconto quello che man mano scopro e sperimento nell’ambito della cucina naturale, dell’erboristeria e dell’autoproduzione.
Credo che le piante spontanee, la loro ricchezza e la loro incredibile varietà siano una delle maggiori espressioni della biodiversità su questa terra. Già molto purtroppo, dall’avvento della Rivoluzione Verde, è stato fatto per indebolirle e mortificarle, causando la perdita di moltissime specie e alterando profondamente gli equilibri tra quelle più resistenti. Non posso fare a meno di rattristarmi profondamente ogni autunno alla vista del colore rossiccio dei campi diserbati, così frequenti anche in queste terre in cui mi trovo a vivere, dove la produzione agricola non raggiunge proporzioni così enormi come in altre zone d’Italia. Ma so bene che, nonostante queste continue ferite, ogni nuovo raccolto e aratura porterà queste guerriere a riprendere il sopravvento, a ricoprire ancora i campi col loro verde brillante e le loro fioriture estive. La loro tenacia è per me una continua fonte di speranza e di fiducia nel futuro.
Che dite, cominciamo?