Avete individuato le vostre piante di rosa canina? Bene, allora oggi vi suggerisco un modo per utilizzare i loro ricchissimi frutti. La preparazione culinaria più famosa che si fa con le bacche è sicuramente la marmellata, ma io personalmente non l’ho mai fatta, anche se è certamente molto buona.
liquore di rosa canina
Il motivo è che mi dispiacerebbe moltissimo sprecare l’incredibile ricchezza in Vitamina C di questi frutti in una preparazione del genere: come forse molti di voi già sapranno, la Vitamina C è termolabile, il che vuol dire che viene distrutta dal calore, precisamente da temperature superiori ai 40°C. Questo vuol dire che pure il tanto amato infuso, altro metodo spesso consigliato per sfruttare le proprietà delle bacche, non rende loro completamente giustizia, visto che l’acqua viene utilizzata a temperatura di ebollizione. Anche l’essiccazione, pur non distruggendo del tutto la vitamina, ne riduce il contenuto, quindi il migliore utilizzo di questi piccoli tesori è allo stato fresco, in preparazioni a freddo.
Ho pensato di proporvi un liquore, una preparazione semplice che richiede pochi ingredienti, poco lavoro e che vi regalerà una bevanda deliziosa (sperando che vi piacciano gli alcolici!) che contiene intatte tutte le preziose sostanze presenti nei cinòrrodi. Certo, nel liquore c’è l’alcool, quindi va da sé che per conservare le proprietà benefiche della preparazione sarà bene non abusarne.
Partiamo da un piccolo racconto tragicomico avvenuto nella mia cucina poche settimane fa. Dovete sapere che lo scorso anno, tra i tanti intrugli che mi sono divertita a fare con i cinòrrodi, c’è stato un elisir, ossia una preparazione a base di rosa canina fresca, acqua, alcool e zucchero, che rispetto al liquore ha una gradazione alcolica più bassa (e, ho scoperto a mie spese, una conservazione inferiore). Una volta imbottigliato, l’ho lasciato riposare decisamente troppo tempo, diciamo che a un certo punto me lo sono dimenticato e non ho pensato ad assaggiarlo, complice anche il fatto che un’amica mi ha regalato un liquore di rosa canina fatto da lei, regalo che mi ha fatto talmente piacere da farmi dimenticare la mia creazione.
liquore di rosa canina
Insomma, finalmente una sera di qualche settimana fa mi decido ad aprirlo. L’avevo messo in una bottiglia recuperata di birra Pietra, una birra corsa alla castagna buonissima, una di quelle bottiglie col tappo di ceramica e la chiusura di metallo, che essendo scura ripara anche il contenuto dalla luce. Stappo fieramente la mia bottiglia e innesco un’esplosione pazzesca, che lo spumante agitato a confronto è niente: il getto dell’elisir fuori dalla bottiglia è andato così in alto che è finito sul soffitto, sul muro e su tutta la cucina fino a cadere rovinosamente a terra. Mi sono ritrovata in mano la bottiglia praticamente vuota e mi sono fatta un sacco di risate, forse una reazione compensatoria per non pensare alla cocente delusione e a tutto quel disastro da pulire quando avevo solo voglia di svaccarmi sul divano.

Questa fermentazione anomala mi ha permesso di ritoccare la mia ricetta, seguendo i consigli di un bravo erborista e dell’amica di cui sopra, che ha aperto le sue bottiglie in tutta tranquillità senza dover programmare un’imbiancatura della cucina proprio all’arrivo delle piogge autunnali. Ho aumentato un pochino la gradazione alcolica e sono stata molto attenta a filtrare al meglio possibile il liquore al momento di imbottigliarlo. Questo passaggio è molto importante, per evitare che piccoli frammenti di pianta fresca fermentino nella bottiglia.

Il modo migliore è utilizzare dei filtri di carta per caffè americano, di quelli non sbiancati o trattati, oppure dei ritagli di stoffa puliti in fibra naturale (cotone, lino o canapa). Ad ogni modo il mio elisir sarebbe stato buono, se solo non avessi aspettato così tanto ad aprirlo. Ho imparato che non è sufficiente un piccolo quantitativo di alcool per ottenere una così lunga conservazione e che, in ogni caso, è sempre bene controllare frequentemente lo stato delle proprie conserve.
Occhei! Eccovi ingredienti e procedimento per preparare il vostro liquore, buonissimo ma non esplosivo :-)

Ingredienti:
100 grammi di cinòrrodi di rosa canina puliti (pari a circa 170 grammi di bacche intere)
300 grammi di alcool a 95° per liquori (si trova al supermercato, si chiama anche “alcool buongusto”)
250 grammi di zucchero di canna integrale Demerara
300 grammi di acqua

I primi passaggi fondamentali sono la raccolta e la pulitura delle bacche. I cinòrrodi devono essere rossi e integri, vanno colti rispettando la pianta, lasciando sempre qualche frutto sui rami e, se possibile, raccogliendo da più piante diverse. Se trovate delle bacche troppo scure o addirittura annerite lasciatele perdere e concentratevi su quelle più belle.
Come vi dicevo la volta scorsa, meglio scegliere frutti più consistenti e tralasciare quelli più morbidi, per facilitare la successiva pulitura, per cui vi serviranno un po’ di pazienza, un coltello seghettato, un cucchiaino dal manico sottile e un paio di guanti di lattice. I guanti non sono fondamentali, ma mooolto consigliati: l’interno delle bacche è cosparso di piccoli peletti leggermente urticanti che, posso assicurarvelo per esperienza, dopo un po’ iniziano a dare fastidio, anche se all’inizio non sembra.
cinòrrodi di rosa canina
Tagliate a metà i cinòrrodi nel senso della lunghezza e con il manico del cucchiaino tirate fuori i semi, raschiando anche delicatamente l’interno della polpa. Questo è uno di quei lavori che è bello fare in compagnia, come tutti i lavori lunghi e ripetitivi, e che probabilmente le donne di una volta facevano in gruppo, attorno al camino acceso di una grande cucina. Nel caso raccogliate la quantità che vi ho indicato ve la dovreste cavare anche da soli in una mezz’ora abbondante.
Mettete poi le bacche a macerare nell’alcool in un vaso di vetro col coperchio per 15 giorni, mescolandole lungamente all’inizio, e poi brevemente ogni giorno. Passato questo tempo filtrate bene l’alcool. Utilizzate un colino d’acciaio a maglia finissima e fate una prima filtratura, premendo bene il residuo. Fate poi una seconda filtratura mettendo nel colino il filtro di carta o il ritaglio di stoffa, in modo da eliminare ogni piccolo frammento di pianta.
Mettete l’acqua e lo zucchero in un pentolino sul fuoco, fate sciogliere lo zucchero, poi spegnete e lasciate raffreddare. Unite lo sciroppo ottenuto all’alcool e lasciate riposare ancora 15 giorni, poi imbottigliate e conservate in un luogo buio e fresco.
Aspettate un mesetto prima di consumare, poi, anche se non lo bevete subito, per lo meno apritelo ogni tanto :-)
Il liquore avrà una gradazione di circa 35°. Se vi interessa particolarmente la rosa canina vi rimando ai post che ho scritto negli anni passati sul mio blog che trovate qui e qui.
Ecco, il periodo sarebbe quello giusto, ma i tempi di macerazione non credo permetteranno di fare di questo liquore un regalo natalizio autoprodotto… ma vabbé, i regali si fanno mica solo a Natale, no? Se ne farete tante piccole bottigliette potrete regalarle a chi vi pare tutto l’anno, anche quando non c’è niente da festeggiare :-)

Aggiornamenti:
Sabato 10 ottobre 2015
Qualche lettore nei commenti mi dice di aver sperimentato il liquore e di non essere troppo soddisfatto del sapore, quindi urge un aggiornamento.
La prima cosa, la più importante è: rispettate il tempo balsamico della pianta. È facile raccogliere le bacche di rosa canina acerbe, uno le vede lì, belle tondeggianti e magari già rosse, e si riempie il cestino pensando che anche se sta ancora in canotta e pantaloncini vada bene lo stesso.
Come vi scrivevo nel post introduttivo sulla pianta: “La raccolta dei cinòrrodi […] inizia verso metà novembre, dopo le prime gelate notturne, e può proseguire fino a gennaio. Personalmente a gennaio preferisco non arrivarci; mi piace raccogliere le bacche quando sono ancora molto consistenti. Andando avanti con la stagione iniziano ad ammorbidirsi e la pulitura, che già di suo è una grande prova di pazienza e devozione, diventa ancora più complicata.”
Quindi, per quanto io preferisca raccogliere agli inizi del periodo di maturazione, certo non è la stessa cosa che raccogliere a settembre :) Aspettate le prime gelate, lo so che adesso con 20 gradi è tanto più piacevole, ma non è il caso.
Poi: io ho riassaggiato il mio liquore pochi giorni fa e l’ho trovato buono, ma se lo volete più saporito, aumentate la dose di bacche pulite fino a 200 o 250 grammi (peso dei cinòrrodi interi: circa 340-425 grammi). Potete anche tritarle grossolanamente con un piccolo mixer per rendere più efficace la macerazione (ma filtrate bene alla fine, mi raccomando).
Qualcuno mi chiede se, non trovando le bacche fresche, può usare quelle essiccate: non ho mai provato, ma non vedo controindicazioni, di certo però il liquore sarà meno ricco e saporito, non so se ne vale la pena. Se volete cimentarvi, calcolate che 100 grammi di bacche fresche pulite corrispondono più o meno a 70 grammi di bacche essiccate e 30 grammi di acqua, quindi modificate la ricetta di conseguenza.
Dai che l’inverno è vicino!! ;)