Dichiarazione d’intenti: maggio è strano. Maggio è il mese creativo per eccellenza. Maggio è femminile, È il mese delle dee, dei fiori e dei desideri. È il mese della grazia, degli incanti e degli aneliti. A maggio si dovrebbe essere lievi, cauti, delicati. E non strafare. Maggio non è impressionista: è un collage. Maggio, mi sa, forse è il mio preferito.
piselli stagionalità
Che avrà una colonna sonora. Perché il Primo Maggio, per me, è anche il concerto in piazza San Giovanni, a Roma. Mai stata, ma sempre seguito con rispettosa devozione, anche da lontano. E quest’anno, mentre scrivo di fiori, vorrei essere lì ad ascoltare chi, per lontananza, non posso assaporare dal vivo da anni. Il re della cantina, il vampiro della vigna, sottrattor nella cucina… lui.
Comunque, primavera, dicevamo. Bella piena, in esplosione. I semini, piano piano, diventano pianticelle, ed è tutto uno sbocciare. Le api sciamano e la creatività è ovunque. Davvero. Se la nostra società fosse appena appena più attenta a quello che succede nella natura, si dovrebbe andare in vacanza a maggio. E lasciarci sbocciare per benino.
Il primo giorno del mese corrisponde ad un’altra di quelle tradizioni che si perdono nella storia di moltissime culture: il Calendimaggio, il trionfo della luce, il ritorno della vita. Esattamente sei mesi dopo (o prima) della festa del primo novembre. Sarà un caso? Come al solito, è tutto spiegato per benino qui.
Al centro di tutto stavano gli alberi e i fiori (soprattutto quelli del biancospino). Fiori che davano anche il nome alle feste che si celebravano nell’antica Roma. I Floralia, appunto, in onore della dea Flora, che ammetto essere una delle mie preferite. Guardate qui, e prestate attenzione soprattutto alla parte finale; che ci ritorniamo, con calma.
E il nome? Maggio deriva da Maia, la Terra, forse moglie di Vulcano, alla quale il primo giorno del mese si usava sacrificare un maiale in segno di buon augurio (stessa origine etimologica, pare). Insomma, maggio è il mese delle dee, come la Chiesa Cattolica capì bene fin dal Medioevo. Dopo aver cercato invano di sradicare il carattere pagano delle feste che si celebravano in questo mese, decise di fare l’unica cosa sensata: sostituì a tutte queste figure femminili la figura di Maria, donandole pure i diversi attributi di ognuna di esse: il biancospino sacro a Maia, la rosa, il serpente di Bona Dea (che Maria ha spesso sotto i piedi nell’iconografia cristiana) e, soprattutto, purezza e castità.

E allora? Allora metto insieme tutto, come al solito, per ovviare almeno in parte al caos che mi occupa. A cosa dobbiamo prestare attenzione, in particolare? Ecco, il pericolo credo si trovi proprio nel fatto che si impedisca alla nostra energia creatrice di sbocciare. Se ci opponiamo (con una vita stressante o con un’alimentazione sbagliata, per esempio), se mettiamo un freno alla creatività che ognuno di noi possiede e che deve uscire, ecco, allora arriva l’ansia. Leggo che è un’energia non impiegata, trascurata o usata male, che si fissa nelle cellule nervose, che la diffonderanno nel corpo impedendone il rinnovamento.

È come se il nostro cervello fosse il seme di una pianta, dell’albero caro ai riti di maggio. Seme che contiene un progetto che germoglia e prende forma. Così come le radici ed i rami portano la linfa, parrebbe che i filamenti nervosi conducano l’energia vitale in tutto il nostro corpo. Affascinante, vero? Io rimango sempre a bocca aperta, per quanto la natura sia così semplice e così perfetta allo stesso tempo.
Beh, io – come sempre – divago. Per cui mi richiamo all’ordine, e mi ripeto che questo è un blog a tema alimentare. Allora: ci sono dei cibi antiansia? Non lo so. Bisognerebbe chiederlo ad un medico. Io mi limito a riportare cosa consiglia il buonsenso di chi una volta viveva molto più a contatto con la natura di quanto non lo si faccia oggi.
Dobbiamo in qualche modo germogliare. Sarebbe bene non sovraffaticare l’organismo, tenero virgulto, non caricarlo con sapori troppo forti o speziati (zenzero, peperoncino…), le cui sferzate di energia potrebbero risultare un tantino eccessive, in un momento così delicato (avete presente certi ragazzini, sugli otto anni, che vanno a scuola carichi come muli sotto il peso di zaini più grandi di loro?)
Per lo stesso motivo da evitare tutte quelle cose troppo zuccherose (meglio il miele, credo, o forse il latte, così ad istinto, per appagare la voglia di dolce). Anche fritti, grigliate, ragù e brasati, così come i sapori troppo acidi. Niente aceto, che l’insalata la si può condire anche senza, magari con tante erbe aromatiche sfiziose. Annusate quelle che più vi attirano e mettetecele ovunque.
La carne bianca, ed il pollo, soprattutto, sono l’emblema del mese (per chi ne mangia, chiaro). Ma non fritto (quanto mi piacerebbe andare a lezione da Elena, in questi momenti…). Io direi al vapore o comunque piuttosto asciutto (il brodo no, di certo, che quello ci serve in inverno ;-)).
Anche i legumi che maturano ora sono perfetti: fave e pisellini hanno un colore così primaverile! (beate voi che potete, fatene delle gran mangiate anche a nome mio, che qui non se ne trovano, sigh). Insomma: cibi cucinati in modo essenziale. Punto. Ognuno lo interpreti come vuole. Per la medicina cinese i colori del mese sono il bianco, il giallo ed il rosa. E un po’ tutti i colori pastello e delicati. Riempitevi la casa di fiori primaverili ed annusateli più che potete.
Siccome caffè manco a pensarci, si consigliano infusi. E qual è l’anti ansia per eccellenza? Toh, ma guarda: il biancospino, quello sacro a Maia, alla Madonna e agli alchimisti. Ho appena letto che proprio gli alchimisti pensavano che le spine di questa pianta (che cresce piano ma che zitta zitta raggiunge anche i 100 anni) simbolizzassero i dolori della vita, ma che in qualche modo non ne fossero spaventati più di tanto, perché pervasi dalla certezza che il fiore fosse capace di liberarcene.
Tutti a tirar giù fiori dai biancospini, quindi.
Ma non solo. Ci sono tantissimi fiori, in questa stagione, e sono rimasta sorpresissima dalla quantità di ricette coi fiori che ci sono in giro per il web. Ringrazio Vera e questo suo post per avermi risparmiato parecchio lavoro: ho spulciato i vari link (beh, dopo 4 anni qualcuno era sparito ;-) e vi metto in fondo, come al solito, quelli che sono sopravvissuti alla crudele legge del web. E non penso solo al solito risotto alle rose, per intenderci. Se non mi credete, guardate questo, per favore e poi meravigliatevi (peccato che non ci siano le foto, bisogna andare d’immaginazione!). Ma ho bisogno di una pausa, dopo tutto questo parlare di fiori. Perché la canzone più bella, sui fiori, non la cantava Nilla Pizzi, ma lui.
Vi voglio lasciare con una riflessione, a cui ha dato il via la lettura di un post dedicato alla pubblicità (consapevole o meno) sui blog di cucina. E proseguita con questo articolo, a pagina 27. Si legge di cibo e alimentazione primaverile, ma cosa c’entrano tutte quelle domande? Mi chiedono se ci sono sogni nascosti, progetti rimandati, amicizie dimenticate, e cosa mi fa bene, cosa mi piace o cosa mi rinforza. Poi capisco, piano piano: primavera, da dedicare al riordino, alla pulizia della casa, ma in senso moolto ampio: in fondo anche il corpo è una casa, o no? La nostra mente è come una soffitta, piena di immagini, impressioni, emozioni. E pregiudizi. Come scrive Micaela Balice sulla volontà e sul desiderio (ero abituata a sbirciare sul suo sito, e me la sono ritrovata all’improvviso, la sua firma, arrivata in fondo…)
Per finire con l’apoteosi della liberazione dei sogni, guardate qui, sulla sinistra, alla voce “magia del desiderare”
Ecco. Vi lascio, alla grazia e all’incanto.