Allora! Devo ammettere che in questo momento in particolare non mi è facile parlare di cibo con leggerezza: attorno a noi (e non solo) stanno accadendo tali e tante cose che in qualche modo hanno a che fare con la consapevolezza, che sto sempre con la testa da un’altra parte.

senape fatta in casa

Come ho scritto spesso qui sul blog, quando inizi a prendere coscienza di quello che c’è nel cibo che mangi, magari anche solo leggendo per la prima volta l’etichetta della tavoletta di cioccolata o del barattolo di marmellata, cominci a farti domande anche sul resto del mondo nel quale sei immerso, ed è la che sei perso: ti sei incamminato sulla strada della consapevolezza, dalla quale difficilmente si torna indietro.

Chi mi segue dagli esordi forse ricorda un post del 2010, nel quale, in tempi ancora non del tutto sospetti, facevo un parallelo tra il nostro atteggiamento riguardo al cibo (e per esteso riguardo a tutto) e la strafamosa scena di Matrix della scelta tra le due pillole. In molti preferiscono non sapere cosa accade realmente, comprendendo intimamente che la consapevolezza ti complica la vita (o quello che sembra esserlo); ma il regalo che si ottiene quando si decide di aprire gli occhi è ineguagliabile, una vera e propria rinascita. Tutti dovrebbero provarlo.

Sappiate quindi che frullando i semini di una pianta (o due) per autoprodurvi la più buona senape che abbiate mai gustato, state compiendo un atto rivoluzionario, che va contro le logiche della grande distribuzione e che vi mette potenzialmente in grado di decidere autonomamente come vivere e perché, nel bene e nel male. SOVVERSIVI!!! >:-( Non vi frequento più!!!

Veniamo dunque a questa ricetta carbonara (ve l’ho detto che la rubrica dell’autoproduzione è la mia preferita?); non so voi ma io ho sempre amato questa salsa allo stesso tempo piccante e fresca, che somiglia un po’ al rafano e si accompagna splendidamente con formaggi e carni (ma anche con le uova sode per esempio). C’è voluto il post di Claudia per farmi capire che ci volevano al massimo due minuti per prepararla, e le parole di zac — di solito non molto prodigo di complimenti — che ha sentenziato che è cento volte meglio di quella comprata, per ritenermi completamente soddisfatta del mio operato :-)

senape fatta in casa

Per preparare questa salsetta si possono usare sia i semi della senape bianca (più delicati) che quelli della senape nera (decisamente più intensi); appartengono tutte e due alla famiglia delle brassicacee (o crucifere), cioè quella dei cavoli, delle verze, dei ravanelli, della rucola e di moltissime altre piante (tutte appetitose secondo me!). Avendo acquistato tutti e due i tipi di seme (da Dama!) ho voluto provare quella mista, e devo dire che è strepitosa. La prossima volta provo anche quella dolce. La salsa si può poi aromatizzare con curry e altre spezie, ma io la preferisco tal quale (tipo sui wurstel, ve l’ho detto che ho trovato dei wurstel degni di questo nome?) :-)

Bene, vi appunto subito il procedimento, tanto è una cosa velocissima, che qua in questi giorni c’abbiamo tutti da fare :-D Ho dimezzato le dosi di Claudia perché non sapevo quanta senape sarei riuscita a consumare, anche se Claudia dice che grazie alla presenza dell’aceto si conserva a lungo in frigo. Mi raccomando fate attenzione quando frullate, che la salsetta emana un profumo decisamente penetrante (lo amo alla follia!).

Ingredienti:
25 grammi di semi di senape bianca
25 grammi di semi di senape nera
40 grammi scarsi di aceto di mele
40 grammi abbondanti di acqua pura
10 grammi di olio extravergine d’oliva
20 grammi di miele millefiori (o zucchero integrale)
una presa di sale marino integrale

Prima di preparare la salsa dovete solo ricordarvi di mettere i semi a bagno nell’aceto per almeno 8 ore; lo assorbiranno completamente. Trascorso questo tempo non dovete fare altro che frullare i semini acetati con l’acqua, il miele, l’olio, e il sale, invasettare e conservare in frigo. Più tempo passa più la salsa diventa buona. Forse ho esagerato scrivendo due minuti :-D