Br. Uffa. Fa freddo. Lo so, questo non è il freddo vero. Ma per una che vivrebbe in una serra 13 gradi o 3 sono sempre una temperatura glaciale. Ci siamo dati il limite minimo di 19 gradi in casa, poi si accende il termocamino; però non capisco perché con 19 gradi al mattino sto benissimo, con 19 alla sera vorrei seppellirmi sotto un piumino sul divano. Da che dipende? Umidità? Stanchezza? Suggestione?

torta di mele buonissima

E poi è buio!!! Quando ci alziamo è notte! Non mi piace questa cosa, è innaturale! Quest’anno abbiamo deciso di usare il riscaldamento a gas meno possibile, abbiamo comprato non so quanti quintali di legna e stiamo cercando di trasformarci in perfetti gentiluomini (gentilpersone?) di campagna; zac è già pratico di caminetti e accensioni di fuochi, io piano piano imparerò (eccheccavolo, sono nata e cresciuta a Napoli, da noi non c’erano i caminetti, c’era il mare!).

Stamattina stavamo chiacchierando di quanto il calore prodotto dalla legna sia diverso da quello prodotto dal gas, in senso empirico… non saprei proprio come spiegarlo scientificamente. A voi è mai successo di notare una cosa del genere?
Sembra essere meno aggressivo, più avvolgente, boh. Voglio dire, i termosifoni viaggiano ad acqua calda (tranne quelli del soggiorno che purtroppo buttano fuori aria, sigh, li abbiamo trovati così e cambiarli è un po’ impegnativo economicamente per le finanze attuali), quindi il calore dovrebbe essere lo stesso. C’è qualche esperto di Feng shui o simili che saprebbe spiegarmi?

Ho letto da qualche parte che anche cucinare con la fiamma prodotta dalla legna è molto diverso che con il gas o con l’elettricità; anche di questo non ho prove scientificamente dimostrabili, ma mi sembra più plausibile, che so, per via delle reazioni chimiche diverse a seconda del modo diverso nel quale il calore circola tra le molecole? boooooohhhh!!! Se oggi mi legge Dario mi dà l’ergastolo :-D

torta di mele facile

Va beh, torniamo tra le cose che so, e che tra poco saprete anche voi: ho trovato una torta di mele fantastica, la regina di tutte le torte di mela che ho fatto finora (fino a quando non arriverà la successiva, s’intende); prima o poi doveva accadere, visto che ogni volta che trovo una torta di mele in giro sulla rete la provo. Tutte buone, per carità, poi qui in casa le mele cotte camminano sempre su un tappeto rosso (tra un po’ gli facciamo anche imprimere le impronte dei piccioli e delle foglie sul cemento); però questa merita veramente, e non poteva essere altrimenti, visto che si tratta della torta di una nonna, e della nonna di Giulia, mica una qualsiasi :-)

L’ho preparata in notturna (notturna per le madri di cuccioli quattrenni sono le ore che vanno dalle otto alle dieci – dieci e mezza, eh), perché volevo mandare una torta alla classe della pulcina per il suo compleanno, poi però il giorno dopo ho commesso l’imperdonabile errore di lasciarla in bella vista, e quando la piccola l’ha adocchiata la merenda per l’asilo è diventata la colazione per lei (e per noi – o meglio per me – zac sostiene che la mia resistenza a una torta è assolutamente risibile, e come dargli torto).

torta di mele perfetta

Ho cambiato solo il tipo di farina (che ve lo dico a fare, avevo la semintegrale di Sonia…), tutto il resto è identico al procedimento di Giulia.
È facilissima da preparare, il sapore è fantastico e non si inumidisce troppo come la maggioranza delle torte di mele. E poggiata su un letto di panna acida è qualcosa di pazzesco. Provatela assolutissimamente, è impossibile che non vi piaccia :-)

Ingredienti:
4 mele belle grandi (assolutamente *non* farinose)
3 uova felici
1 limone che sapete
170 grammi di zucchero grezzo
150 grammi di farina 1 (verna frassineto)
50 grammi di farina integrale di farro
150 grammi di burro di centrifuga
1 bustina di polvere lievitante senza fosfati
1 presa di sale marino integrale
un po’ di latte intero fresco

Imburrate e infarinate una teglia di 22 centimetri di diametro. Preriscaldate il forno a 180°C, setacciate le farine con il sale e la polvere lievitante, e sciogliete il burro in un pentolino a fiamma bassissima, poi lasciatelo raffreddare scoperto.

Sbucciate le mele (cercate di tagliare via meno mela possibile – la parte migliore dei frutti è appena sotto la buccia; e se avete un pezzettino di terra gettate lì le bucce invece che nel secchio dell’umido), togliete i torsoli e tagliatene due a dadini e due a fettine sottili, mettendole in due ciotole separate e cospargendole con la buccia e il succo del limone e un cucchiaio di zucchero ognuna. Mescolate bene e mettete da parte.

Separate i tuorli delle uova dagli albumi e montateli con lo zucchero (non so perché, ma a mano con il cucchiaio di legno vengono meglio che con il kitchenaid); quando il composto sarà bello liscio e gonfio (e i granelli di zucchero saranno sciolti) unite il burro sciolto a bagnomaria (mescolando bene), le farine setacciate e le mele tagliate a cubetti, insieme al succo che si sarà formato (mescolando meno possibile). Se il composto non è abbastanza fluido (considerate che tra un minuto dovete aggiungere gli albumi montati a neve, e quelli non li potete strapazzare troppo) aggiungete anche il liquido che si sarà formato sotto le mele tagliate a fettine, e se ancora non basta, un goccio di latte a temperatura ambiente.

A questo punto montate gli albumi a neve ferma (mi raccomando, se usate la stessa ciotola che avete utilizzato per l’impasto lavatela e sgrassatela bene, lei e la frusta, altrimenti gli albumi non monteranno mai) e incorporateli all’impasto con il solito movimento dal basso verso l’alto. Versate tutto nella teglia infarinata, disponete le mele a fettine in cerchi concentrici e infornate.

Lasciate cuocere per una cinquantina di minuti, o fino a quando la superficie della torta non sarà bella dorata; io ho fatto anche la prova stecchino, l’importante è che non rimanga impasto crudo attaccato (lo stecchino sarò comunque umido per via delle mele).

Io, come si può arguire dalla foto, ho servito le fette adagiandole su un letto (abbondante!) di panna acida. Meravigliosa!! :-)