Ormai è tipo una settimana che siamo dislocati qui nella Sardegna più sfrenata. Siamo molto vicini al mio amato mare, ma abbiamo in programma varie incursioni esplorativ-pastonudiste nell’entroterra, anzi una già l’abbiamo fatta, e ve la racconterò presto :-)
gelato di limone e salvia
Noterete quindi una speciale letizia nei post di questo mese, apportata, in ordine sparso, dal sole raggiante, dal mare ammaliante seppur gelido, con i suoi pesciolini chiari che morsicano le caviglie, dalle rocce scavate dal vento che attirano lo sguardo come calamite, dall’apoteosi di fiori e piante e insomma dalla prepotenza della natura in generale. Come dire. Sono innamorata dell’estate e di quest’isola in modo passionale, fisico, ormonale direi. Voglio dire, non è solo una cosa platonica, io vorrei fondermi con tutto questo.
Vabbeh, và, tralasciamo queste oscenità e passiamo alle cose concrete, che qua sono tipo tre settimane che non vi posto una ricetta che sia una. Prometto che adesso sarò più diligente e dividerò con voi la mia gioia attraverso tante cose buone da mangiare (perché intanto anche se non le postavo ne ho accumulate un sacco da farvi vedere!).
Una delle suddette delizie è questo gelato che ho preparato qualche giorno prima di partire, fresco e limonoso, non particolarmente originale perché la base è la panna; quella biodinamica da pascolo in alpeggio che sapete, eh, ma sempre di panna si tratta, quindi non molto leggera, anche se in accoppiamento con limone e salvia il grasso si stempera moltissimo.
gelato di limone e salvia
La ricetta l’ho presa dal bellissimo blog di Edda (e chi non lo conosce!), e l’ho seguìta più o meno alla lettera (a parte che ho usato la gelatiera per sbrigarmi); ma la cosa più interessante del suo post sono un paio di dritte sulla genesi gelatosa che forse possono interessare proprio a chi la panna non la vuole o non la può usare. Nella pagina che vi ho linkato trovate anche vari altri tipi di gelati al limone, tipo granite e sorbetti, tutti da provare :-)

In pratica Edda spiega che più il gelato contiene acqua, più tende a cristallizzare; il segreto per farlo essere cremoso quindi è usare un media grasso (come la panna o il latte condensato). Ottime alternative si possono avere aggiungendo un albume, montato o non (Edda dice che è meglio montarlo), o aumentare le dosi di zucchero (che impedisce il congelamento, ve ne parlai qui, ricordate?). Ancora, il gelato non cristallizza se viene aggiunto alcool alla crema di base. Sull’uso del latte in polvere e del glucosio atomizzato (o lo sciroppo di glucosio) passo, perché non è nelle nostre corde, come potete immaginare.

Insomma, provate quindi anche a usare altri tipi di latte, come quello di mandorla; nei prossimi giorni giocherò pur’io con i vari latti vegetali (uno buonissimo ve lo posterò a breve!!), visto che qui il superlatte che sapete non riesco a trovarlo. E se avete dritte tornate a chiacchierare qui nei commenti, che vi aspetto con gioia e raggi di sole caldissimo (vabbeh oggi piove, ma in vacanza è tutto bello e le giornate piovose sono semplicemente giornate piacevolmente pigre).

Ingredienti:
500 grammi di panna fresca intera
130 grammi di zucchero grezzo chiaro
2 limoni felici
7 foglie di salvia fresche

Facilissimo: mescolate la panna con lo zucchero e scaldate il tutto a fuoco basso (io non la porto a ebollizione perché mi dispiace rovinarla, basta che sia ben calda); continuate a mescolare fino a quando lo zucchero non è sciolto bene. Levate dal fuoco, tritate finemente le foglioline di salvia e aggiungetele al composto, insieme al succo e alla buccia grattugiata dei limoni.
Coprite, lasciate intiepidire e poi mettete tutto in frigo almeno per tre o quattro ore. A questo punto non dovete fare altro che mettere tutto nella gelatiera e aspettare che si trasformi in un gelato meravigliosamente buono. Nel mio caso, che ho quella del Kitchen Aid, quando il gelato è pronto bisogna poi metterlo in freezer per qualche ora, e poi ripassarlo in frigo perché si ammorbidisca.
Se non avete la gelatiera vi basterà mettere tutto in freezer avendo l’accortezza di mescolare ogni mezz’ora; quando la crema comincia a solidificarsi Edda dice che potete frullarla; adesso che sono qui sprovvista di strumenti proverò a fare così.