Mi chiama quel ragazzaccio a fasi alterne di Bruno Alborghetti e mi dice che c’è un bio-posto che dovrei visitare, aggiungendo che si trova a dieci minuti da casa mia (comincio a pensare di vivere in un posto fico), una cittadina che tra l’altro non avevo mai visto, Sacrofano.

re desiderio

Un po’ diversa, diciamo, perché è proprio un paese paese, mentre Formello, dove viviamo noi, è più un quasi-quartiere-satellite di Roma, ormai. Però graziosa, ordinata, pittoresca. Antica. Etrusca, ovviamente. Bruno mi dice che se lo aspetto una decina di giorni, che torna da nonsodove, possiamo andarci insieme, che me lo fa vedere.

Aspettare???!!!!! Ma che parola è? Non credo di conoscerne il significato. Decido che è un termine straniero, mi attacco al mac, reperisco indirizzo e numeri di telefono e dopo due minuti sto parlando con Renata Ferrandes, proprietaria, insieme al marito Andrea Trenta, di un ristorante che, signori, vale *davvero* ma *davvero* la fatica di mettersi in macchina e fare qualche chilometro (pochi – da corso Francia ci vogliono una ventina di minuti in tutto)


Percorriamo dieci minuti di strade molto alberate, immersi nella campagna romana (l’ho già detto quanto adoro vivere in campagna?), avvistando una mucca qui, un cavallo lì, un gruppo di case da quella parte, un paio di ville dall’altra (non tornerò mai più a vivere in città, giuro).

Re Desiderio è annidato nel borgo medioevale del paese, ma quando arriviamo non abbiamo nessun problema per lasciare la macchina perché hanno un grande e comodo parcheggio, vicino all’ingresso posteriore (vedete la “P” azzurra nella foto?).

re desiderio ingresso dal retro

Che dire di loro. Hanno la nostra età, e come noi hanno un bimbo di un paio d’anni e qualcosa (insieme ad un altro più grandicello). Sono idealisti, testardi, accoglienti, gentili e bravi. Intanto hanno avuto un gran gusto nella scelta del locale e nell’arredamento.

re desiderio

Il ristorante si trova in quella che una volta era la cantina, scavata nella roccia, del cinquecentesco Palazzo Gasparri. La luce filtra da grandi finestroni molto alti, dando al tutto un aspetto pittoresco ed elegante, di un’eleganza sobria e pacata.

re desiderio

I tavoli di legno sono semplici e belli, commissionati su misura ad un artigiano di Città di Castello, Paolo Fofi. Persino la scelta dei sottopiatti non è casuale: sono tutti pezzi unici, disegnati da un artista che si chiama Antonio Buonfiglio (guardate il suo sito e poi ditemi…).

re desiderio

I menù. Ah, i menù. Cioè, sì a parte il contenuto, intendo. Secondo voi, un grafico indifeso può mai restare insensibile di fronte a gioielli realizzati con carta indiana fatta a mano con il cotone? Anche questi pezzi unici, anche questi fatti da un’artista, stavolta del restauro, tale Mariano Abballe, che ha il laboratorio a Todi.

re desiderio piatti d'autore

Passiamo al sodo; parliamo di un ristorante, e quindi vorrete sapere cosa si mangia, come e perché. Abbiamo deciso di sederci fuori (hanno sistemato alcuni tavoli nel cortile sul retro del palazzo, secondo me delizioso (amo le atmosfere decadenti), oltre che indiscutibilmente tranquillo e silente.

re desiderio

Vi parlerei del pane (ottimo) fatto in casa con il lievito naturale e con le farine di Torre Colombaia, delle birre crude artigianali (che non sono bio) e dei vini (che sono costretti a far finta di non essere bio), della meravigliosa tagliata di pollo ruspante con salvia e rosmarino.

re desiderio

Del morbidissimo stracotto di manzo, delle insalate fresche e croccanti, oltre che coreografiche, della cartucciera di ciambelline o delle minisbrisolone veramente fuori dall’ordinario. O della mousse di cioccolato all’olio di oliva e sale. Indimenticabile, quella, sarebbe da andarci anche solo per lei.

re desiderio

Ma non sono nè una gourmet, né un critico gastronomico. Amo i piatti semplici e per questo geniali, cucinati con passione, che derivano dalle migliori materie prime che si riescono a trovare (migliori nel senso di fresche e sane), e quello che vi posso assicurare è che *qui* queste cose le trovate.

re desiderio

Non tutta (ma quasi) la carta è biologica al 100% (per adesso che io sappia a Roma solo Biogusto è certificato IMC), ma tutto il cibo è di qualità più che ottima (molte delle verdure sono coltivate nel loro orto (!) o acquistate da Giampietro di Agribios – che trovate a Roma al mercato di Ponte Milvio), e cucinato alla perfezione. Potete anche comprare un sacco di cose bio (fresche e non) direttamente lì da loro.

re desiderio

Foste poi talebanamente biologici come me vi basterà comunque dare uno sguardo al menù (è tutto segnalato, bio e non bio), e scegliere di conseguenza; ad ogni modo loro sono pronti anche alle più estenuanti delle spiegazioni su ciò che servono (se hanno retto me… eh eh).

re desiderio

Se andate a trovarli vi consiglio di fare un giro nella cantina… non ci possono tenere i vini, perché è una cantina per le botti, non per le bottiglie (se volete che le etichette rimangano leggibili, almeno), ma c’è una cosa stranissima che dovete assolutamente vedere. Non ve la dico nemmeno, perché è indescrivibile.

re desiderio

Dimenticavo… nel caso non vi bastasse mangiare bene in un posto suggestivo e accogliente, il giovedì e il venerdì sera c’è anche la musica dal vivo. Jazz, blues, soul, musica classica, e altro. E un bellissimo soppalco attrezzato con divani e tavolini, dal quale affacciarsi e godersi lo spettacolo. Ci vediamo lì?! :-)

Re Desiderio
Largo Cardinal Gasparri, 18
00060 Sacrofano (Roma)

redesiderio@hotmail.it
+39 06.9086326
+39 347.3221684

Aggiornamenti:

Settembre 2012:
Purtroppo questo luogo meraviglioso ha chiuso i battenti alla fine dell’estate. Andrea Trenta sta preparando un nuovo progetto di cui presto vi parlerò, ciò non toglie però che noi siamo a lutto fino a quando non potremo tornare a gustare la sua cucina geniale. Sigh!