Era da un po’ che non capitava un inverno serio, con temperature sotto lo zero anche a Roma e nevicate persino in Sicilia, e purtroppo per me e la mia anima tropicale sono molto più orientata a credere all’arrivo di una glaciazione che al riscaldamento globale di cui tanto si parla, quindi meglio che comincio a farmelo piacere.

No, non sono impazzita (o almeno non più di quanto non lo fossi già) :-) Semplicemente come vi ho già accennato qualche volta sono anni che seguo un gruppo di osservazione solare, e le prime prove delle loro teorie (molto pratiche in realtà!) si stanno cominciando a vedere già adesso.

Per quelli di voi che vogliono approfondire segnalo questo articolo (del 2015!) molto interessante, incentrato particolarmente sulle previsioni per gli agricoltori e gli allevatori, quindi su come sarà messo il nostro cibo in questo contesto e sulle misure da prendere per riuscire a continuare ad alimentarci nel miglior modo possibile (io già sto pensando a traslochi in Sicilia e nordafrica :-D).

Mettetevi seduti perché leggerete cose come “In realtà il riscaldamento è una cosa buona. Le glaciazioni sono mortali e possono anche uccidere milioni di persone. L’umanità non può bloccarle. Proprio come l’umanità non può influire sul clima a lungo termine del pianeta, non può impedire che una glaciazione abbia luogo. Il clima è governato principalmente dal Sole.
Le attività umane possono avere un certo impatto sulla transizione verso condizioni glaciali, aumentando il flusso d’acqua polare e accelerando l’avvento di una glaciazione. Quello che sta accadendo è molto simile al precedente di 115 mila anni fa, quando si è innescata l’ultima glaciazione. È difficile da accettare, ma è davvero così: l’ultima glaciazione è stata accompagnata dalla crescita della temperatura media globale, ossia dal riscaldamento globale.”
, e sono pronta a scommettere che non sarà facile accettarle, dopo tutto il tam-tam che negli anni è stato fatto sul riscaldamento globale.

State pensando: “Vabbeh pure se fosse sarà roba che dovranno affrontare i nipoti dei miei nipoti, poi nel futuro sai quante cose saranno diverse, nuove tecnologie, nuove risorse etc etc”? No, le cose a quanto pare non stanno così: Winter is coming (cit.), e sta accadendo *adesso*, e no, non sarà una cosa graduale o.O
“In caso di replica di queste condizioni (augurandoci che non sia la fine del periodo interglaciale), verosimilmente a partire dall’inverno 2017-2018 (quando diversi astrofisici pongono l’inizio del Grande Minimo Solare: attività solare in netta contrazione fino almeno al 2030 e, se butta male, oltre il 2050 e magari perfino per migliaia di anni (…) dovremmo aspettarci: una radicale e brusca trasformazione del clima nel giro di 3-10 anni al massimo, causata dell’alterazione delle correnti atmosferiche e oceaniche che non si ristabiliranno pienamente fino almeno al 2035 (dopo di che, se siamo fortunati, le condizioni climatiche potrebbero tornare come quelle odierne anche piuttosto rapidamente).”
Mi fermo qui se no che ve l’ho linkato a fare l’articolo. L’unica cosa che vorrei sottolineare, e il motivo per cui ve ne parlo su un blog che tratta di cibo, è che *se* le cose stanno veramente così ci sarà da aspettarsi un bel cambiamento in quella che da secoli è stata la nostra agricoltura (e in parte ci siamo già): “ogni grado di temperatura in meno sposta di c. 150 km verso sud la linea delle coltivazioni” e “saranno tempi grami per chi si guadagna da vivere con grano, caffè, sorgo, arance, vino, olive e tutte le piante sensibili al freddo e all’eccesso di precipitazioni”; in questo scenario la Russia e il Canada saluteranno per un bel po’ la possibilità di coltivare cereali e le aree urbane avranno probabilmente più difficoltà ad approvvigionarsi.
Attenzione, non stiamo parlando di apocalisse ma di resilienza; siamo una razza estremamente adattabile e sopravviveremo anche in condizioni climatiche molto complicate. Dico solo di alzare le antenne, osservare quello che accade attorno, prepararsi a essere estremamente elastici e munirsi di molta autoironia. Chissà che tutto questo non ci renda migliori, più coesi gli uni con gli altri. Intanto godiamoci tutto il caldo che c’è ancora a disposizione, e dedichiamoci a piatti come questa insolita zuppa indiana (ma strabuona! Giuro!) nella quale si incontrano cibi che difficilmente si sarebbero conosciuti senza la voglia di sperimentare, di mescolare e mescolarsi, di uscire dallo spazio che su di noi hanno incurvato secoli e secoli”. Dalla quale potremmo imparare a lasciar andare la paura per ciò che è diverso, ad esempio. Dal cibo si impara tanto.

È proprio vero, come sosteneva il grande Bauman che vedete nel video qui sopra, e che ci ha lasciati da una manciata di giorni: la vita felice non viene dal non avere problemi, ma dal superamento delle sfide che il fato ci pone. Dovremo trovare il modo di essere sereni e in equilibrio anche se le cose sono complicate. Anzi, forse proprio perché lo sono, e ci costringono ad evolverci <3

Ingredienti:
300 grammi di ceci decorticati
100 grammi di cocco in scagliette
30 grammi di burro chiarificato
2 foglie di alloro
1 peperoncino fresco
1 cucchiaino di paprika dolce
1 cucchiaino di semi di cumino
1 cucchiaino di curcuma
sale marino integrale
1/2 cucchiaino di zucchero mascobado

Anche se i ceci sono decorticati, io li lascio comunque un paio d’ore in ammollo; se volete potete saltare questo passaggio e metterli in pentola (io ho usato la mia meravigliosa e ormai imprescindibile Bionatural in circa un litro d’acqua (comunque l’acqua deve coprire di almeno tre o quattro dita i ceci) con l’alloro e una presa di sale, a fuoco medio basso (una volta che la pentola d’argilla ha raggiunto il calore lo mantiene anche se abbassate la fiamma).
In una padella a parte (io ho usato quella di ferro) fate sciogliere il burro chiarificato a fuoco basso, e poi aggiungete le scagliette di cocco che avrete mescolato a parte con gli altri ingredienti. Mescolate continuamente con un cucchiaio di legno per far tostare spezie e cocco, basteranno due o tre minuti, il cocco non deve seccarsi troppo.
A questo punto la ricetta da cui sono partita diceva semplicemente di aggiungere le spezie e il cocco ai ceci e servire, ma non mi sono fidata perché rimaneva tutto troppo slegato. Io vi consiglio di aggiungere il miscuglio tostato ai ceci, riaccendere il fuoco e far cuocere ancora una ventina di minuti o fino a quando il cocco non vi sembra morbido, altrimenti si sente troppo la consistenza croccantina delle scagliette.
Volendo potete preparare questa zuppa in anticipo, e secondo me ci guadagna molto perché i sapori si amalgamano ancora di più. Servite il Dal (se ho ben capito è così che viene chiamata la zuppa di legumi in India) fumante e spolverato con un nonnulla (:-D) di pepe appena macinato oppure un pizzico di cannella.