Chi non è stato mai a dieta alzi la mano!! Che cosa associate a questa “terribile” parola? Tristezza, sofferenza, sacrificio, rinuncia, volontà debole, conta di calorie, visite di controllo e la bilancia quotidiana? A 18 anni conoscevo a memoria le calorie di ogni cibo: avevo una di quelle stupide tabelle che regalano ovunque.

Vivevo già da sola (in Germania si esce di casa appena finite le scuole…) in una micro stanza in soffitta con tanto di microangolo di cottura (2 piastre elettriche). Vi risparmio la descrizione dei miei tristi piatti quotidiani, che del resto mi lasciavano con il medesimo peso e la medesima frustrazione.
In realtà ero normo peso, ma non ero un acciuga. In Germania a quei tempi (circa il 1966) il nostro idolo adolescenziale femminile era la Twiggy, una ragazza anoressica che mangiava 3 pomodori sconditi al giorno (mi è rimasta in mente questa dichiarazione sentita durante un intervista in TV). Chi ha voglia può guardare una serie di foto di Twiggy qui.

Arrivata in Italia nel ’78 ebbi poi ben altri problemi: cercare una casa che non costasse una follia (ho abitato come tanti nei classici seminterrati, delle specie di cantine di lusso, con coinquilino obbligato; l’umidità ), studiare (con il vocabolario… sono arrivata e sapevo dire “ciao”), ambientarmi nella bella, vivace e movimentata Bologna e last but not least godermi la buona cucina italiana. Il mio peso era circa sempre quello; normale per la mia costituzione. Per grazia del cielo avevo già abbandonato la bilancia (aggeggio inutile quando si trasloca spesso), ma il vizio di non essere del peso giusto mi ha perseguitato — ahimè — per decenni.

Saltiamo velocemente un po’ di anni, e mi trovo già medico, libera professionista e ovviamente con parecchie persone che volevano calare di peso. Da allora ho sperimentato, proposto, scartato e modulato di ogni; macrobiotica, dieta pH, dieta dissociata… vi risparmio l’intero elenco, ma in tanti anni di esperienza ho maturato in prima persona e attraverso i miei pazienti quanto vi elenco ora di seguito; prendetelo come regalino di Natale: vi faccio un abstract di 23 anni di esperienza sul campo.

Uno: la parola “dieta” deriva dal greco; guardate qui

Tradotto ha quindi significati come “vita” e “modo di vivere” piuttosto che “assumere poche calorie”, che è una delle sue tristi e riduttive deviazioni moderne. Quindi riportiamo questo bellissimo termine al suo senso originario: fare una dieta significa avere il desiderio o la necessità di cambiare il proprio stile di vita, ovvero le proprie abitudini, al fine di stare meglio.

Due: mangiare in fretta con masticazione turbo: un errore terribile

Il senso di sazietà arriva dopo circa 20 minuti, e nell’arco di quel tempo se mangiate troppo velocemente avete già assunto il doppio di quello che vi servirebbe. In oriente si dice “masticate i liquidi e bevete i solidi”: quanto è saggia questa piccola frase. E cosa fanno tante persone (esclusi i pastonudisti ovviamente): 3-4 masticate e giù la roba (cibo, viveri?) con acqua o peggio con bibita gassata.
Immaginate, e appena potete provateci, di masticare ogni boccone quindici o venti volte: il cibo viene triturato, insalivato, inondato soprattutto dalle ptialine (enzimi che rompono i carboidrati) e “ascoltate”, vale a dire gustatevi ciò che mangiate… godetevelo. Un cibo sano e naturale acquista il suo pieno valore gustativo durante la masticazione. Se il gusto peggiora durante la masticazione il valore dell’alimento è scarso, garantito. La nostra bocca, o per meglio dire il naso (coinvolto al massimo durante la gustazione) sono infallibili per dare il valore giusto al cibo e alle bevande.
Per farvi un esempio pratico, se prendete una qualsiasi bibita gasata, la lasciate sgasare, la portate a 36 gradi (potete usare il termometro della febbre), ne assaggiate un sorso e lo tenete in bocca, avrete il suo vero sapore. Un interessantissimo esperimento a costo zero da provare magari con i vostri figli o a scuola durante l’educazione alla salute. Il freddo e le bollicine non fanno altro che anestetizzare il palato e le papille gustative. Del resto i gustatori di prelibatezze e i sommelier cosa fanno…

Tre: mangiare con la TV accesa: aaaaaahhh!

Tasto dolentissimo, soprattutto qui in Italia. In certe famiglie siamo arrivati ormai allo standard americano.
Attenzione: la combinazione mangiare + TV vi fa diventare acritici e passivi = perfetti automi. Osservate per esempio le abitudini al cinema: le persone che non mangiano durante la proiezione hanno almeno 50 anni, perché a loro manca sostanzialmente l’imprinting che al giorno d’oggi è il più classico: cartone animato + pappa della mamma.
Ovviamente davanti a uno schermo si è totalmente concentrati sul vedere e/o ascoltare, e il mangiare scivola verso un automatismo incosciente; di conseguenza non si può gustare o godere veramente, né concentrarsi su ciò che si ha in bocca. Se si è in tanti a tavola muore anche la possibilità di conversare e condividere, e il convictus si svuota di ogni significato.

Quattro: errore diffuso: bere durante i pasti

Un’infelice abitudine. Quando ero piccola era proibito, ma solo oggi comprendo le ragioni di questa vecchia regola quasi dimenticata. Quando masticate intensamente si crea parecchia saliva che ha importantissime funzioni digestive. Un adulto dovrebbe produrre circa *9 litri* di succhi digestivi totali nelle 24 ore. Pensate che impegno; saliva, succhi gastrici, succhi biliari, epatici e infine la produzione delle infinite cripte di Lieberkuehn nell’intestino tenue e crasso. Tutti questi liquidi per favorire la scissione del cibo nei suoi mattoncini di base, che vengono finalmente assorbiti. La digestione è quindi una sorta di “terminator” che ha il compito di smontare le meravigliose composizioni di madre natura; perché il nostro corpo accetta solo materie prime come appunto aminoacidi, di e tripeptidi, mono e disaccaridi, acidi grassi. Con questi mattoncini-base (tipo Lego) il nostro corpo costruisce e ricostruisce i nostri organi; un meraviglioso e continuo processo creativo.

Cinque: l’orario giusto: forse il segreto più importante

“La mattina come un re, a pranzo come un nobile, a cena come un poveraccio”: questa era la vecchia regola dei nonni. Peccato che oggi sia stata invertita. Se per ipotesi vi facessi mangiare per 2 mesi gli stessi cibi che mangiate normalmente spostando però gli rari dei pasti tra le 6 e le 18 perdereste parecchio peso, che magari ora portate in giro malvolentieri. Certo, non è per nulla facile, anche per le svariate abitudini culturali (cene, cenette, cenoni); ma chi lo mette in pratica ottiene dei risultati incredibili. Il tutto dipende dagli orari del metabolismo (simpaticotono-parasimpaticotono) che per natura si è adattato alla vita ritmica (sole-luna) e che noi abbiamo sconvolto da un pezzo (cibo alle 22, luce alle 24, ballare alle 2 di notte).
In Giappone si cena prestissimo: in provincia i ristoranti chiudono alle 20-20.30. Invece a colazione mangiano come a pranzo; riso-zuppa-alghe-carne/affettati, e tutto in abbondanza. Avete mai visto giapponesi obesi? Se sì, sono le famose eccezioni che confermano la regola. Idem per i cinesi; ho notato che i cinesi anziani (cucina tradizionale) che vivono in Italia sono magri, i loro nipoti, nati nel bel paese sono spesso obesi (cucina italiana moderna, mense, pizze, merendine). Inoltre gli orientali hanno un altro cibo formidabile: il riso. Ne parliamo subito…

Sei: la curiosa differenza fra Riso e Frumento

Se vi piace sperimentare, mangiate per una settimana solo riso con verdure e per un’altra settimana solo frumento (grano) con verdure. E valutate il vostra stato di ben-/mal-essere. Senza tanti preamboli si può constatare che il riso asciuga il corpo (vedi le popolazioni orientali) mentre il frumento favorisce il trattenimento dei liquidi nel corpo.
So che questo è un modo molto sommario di parlare; ma a livello empirico è così e basta. Ovviamente bisognerebbe fare ora la differenza fra riso bianco, semi-integrale e integrale, idem per il grano; farine di varie tipologie, chicco intero, etc… ma anche solo mettendo a confronto il riso bianco con la pasta di frumento, l’esperimento riesce. Del resto i Cardiologi parecchio tempo fa, prima che ci fossero i farmaci diuretici, mettevano i loro pazienti a regime alimentare rigidissimo: solo riso, proprio per sfruttare il suo notevole effetto asciugante. Se date al riso nella pentola 10 parti di acqua sarà in grado di assorbirlo come una spugna. Insomma il riso ha una particolare affinità con l’acqua che possiamo pure sfruttare. Basta però che non mi diventate degli “integralisti del riso”, mi raccomando!
Sfruttare questa conoscenza per un certo periodo può aiutarvi però a rimettervi in forma in caso di necessità.

Sette: “ciò che nutre il muratore uccide lo scrivano”

Altro detto popolare che racchiude tante verità. Chi sta dietro una scrivania è meno elastico verso le mangiate eccessive, e deve stare soprattutto attento all’eccesso di proteine (mattoni di vita che servono soprattutto per la massa muscolare, quindi dediti al movimento). Questo argomento si potrebbe approfondire in un post a parte.

Otto: last but not least: le vostre emozioni a tavola.

Non è assolutamente la stessa cosa mangiare un certo cibo brontolando o pregando (dico così per la bella rima che ne esce). Già detto e stradetto, ma ripeto: la mente (cioè i commenti mentali o espressi a voce) attingono al cervello, che comanda su una farmacia zeppa di ormoni che a loro volta mettono in moto o bloccano il vostro metabolismo.
In sintesi, se ringraziate, godete, ridete, condividete con chiacchiere piacevoli il mangiare, gli organi addetti alla elaborazione saranno più irrorati di sangue, quindi più efficienti. Il brontolare, la paura dello sgarro, l’autocritica (donne mie, che ne siete esperte!!), la televisione con le sue ipernotizie, lo stress mentale perenne sono gli invisibili ed insidiosi nemici del tratto digestivo.
Ho tralasciato vari altri input importanti, che trovate comunque sparsi qui sul pastonudo della nostra mitica izn, cercate e troverete: la stagionalità del cibo, il monopiatto equilibrato, la qualità delle materie prime, mangiare cibi vivi, quindi non conservati e mummificati, le scelte consapevoli.
Ma oggi e ora godetevi pienamente questo vostro Natale: se mangiate troppo a pranzo fatevi delle belle mele/pere cotte a cena; se siete invitati a cena alle 21 mangiate della frutta prima di uscire di casa, e imparate a fare delle belle colazioni, come vi hanno già spiegato il grande Prof del pasto nudo, e la brava dottoressa Galeazzi.
E, perchè no? Inventatevi una bella preghiera personale per il vostro nutrimento quotidiano.