Qualche giorno fa parlavo al telefono con il professor Giannattasio di quanto sia stato difficile per me imparare a riconoscere quale alimento mi fa bene e quale invece mi fa male *prima* di mangiarlo (e senza avventurarmi nel tortuoso mondo dei test per le intolleranze).

C’è voluto molto allenamento; ho dovuto imparare a bypassare il cervello e la razionalità e ad ascoltare il mio istinto più profondo, quello che si localizza a livello dello stomaco, non so se riesco a spiegarmi.
Ovviamente anche con lui non riesco a evitare di arginare il mio solito fiume in piena di parole (ehm… grazie per la pazienza, professore), e chiacchierando a ruota libera sostenevo di essere convinta che il mondo sarebbe decisamente migliore se a scuola insegnassero ai bambini a partire dall’asilo l’arte di saper ascoltare la voce in se stessi che ci dice di cosa abbiamo bisogno e cosa invece ci farebbe male; e mi rammaricavo del fatto che probabilmente questa è una qualità che i nostri antenati avevano in dotazione e coltivavano attivamente, e che fa parte delle tante cose importantissime che stiamo perdendo ed è orribile e bla, bla, bla, bla…
Stiamo perdendo l’istinto alimentare, e ciò è dovuto a tanti fattori, tra cui, come mi faceva notare il mio paziente e attento interlocutore, le cattive abitudini alimentari che si contraggono fin dalla tenera età con i prodotti industriali per lo svezzamento (latti in polvere, omogeneizzati e tutti i vari prodotti per la prima infanzia di cui abbiamo parlato tante volte).
Ad esempio io che soffr(irei, perché ormai sto bene da così tanto tempo che quasi non me lo ricordo) di calcoli renali quasi neanche posso sentire l’odore delle bietole (ossalati di calcio a go-go) o assaggiare verdure bollite in genere (che per il mio metabolismo sono un po’ deleterie); o i bambini, che la bioterapia sostiene che desiderano tanto le cotolette panate (e qualsiasi altra cosa sia fritta) perché in questo modo attivano il metabolismo del fegato.
Insomma dopo questa conversazione il prof ha avuto l’idea di fare un sondaggio tra i pastonudisti. Ho pensato che la cosa più facile sarebbe stata creare un indirizzo mail ad hoc.
Se avete un’applicazione per la posta sul vostro computer non dovete fare altro che cliccare qui e si aprirà automaticamente una mail con il sondaggio, che vi basterà completare e poi inviare.
Se invece avete la posta on line (tipo libero, gmail, tiscali etc) dovete invece cliccare qui: vi si aprirà un file di word che dovrete compilare, poi dovrete fare copia incolla in una mail indirizzata a sondaggio@ilpastonudo.it
Che dite? Vi piace l’idea? Potreste farlo anche con i vostri bambini, anzi le loro risposte immagino sarebbero quelle più significative, visto che dovrebbero (mi auguro) essere liberi dai condizionamenti che abbiamo noi grandi.
Noi crediamo che potrebbe uscirne fuori uno studio molto interessante, e uno spunto per discutere tra noi questo argomento così interessante. Ad esempio potremmo vedere quanti di voi rispondono in modo simile (io scommetto sulla cioccolata prima del ciclo!!!) o provare a spiegare razionalmente il motivo di un appetenza o di un’avversione.
Tanto per darvi un’idea del tenore delle domande, vi dico che nel sondaggio vi chiediamo ad esempio per quale alimento o quali alimenti avete un rifiuto istintivo e se ci sono motivi per questa avversione; o al contrario se vi piacciono molto alcuni alimenti in particolare e perché; inoltre se quando siete malati i vostri gusti cambiano e come.
Inoltre vi chiediamo se ci sono degli alimenti ai quali vi sembra di essere intolleranti e quali, e se altre persone della vostra famiglia hanno le vostre stesse appetenze o avversioni.
C’è anche una sezione alla fine dove potete aggiungere tutto quello che vi pare sull’argomento :-)
È un po’ un esercizio sul piano meta-bolico di quel “conosci te stesso” che Socrate predicava per i motivi metafisici che sapete :-)
Se decidete di partecipare avete un mese da oggi: il 14 dicembre il sondaggio verrà chiuso. Trascorso questo tempo metteremo insieme le risposte e pubblicheremo quelle più interessanti qui sul pasto nudo. Il prof si impegna a rispondere ai commenti e a tentare di dare una qualche spiegazione scientifica (o semplicemente di buon senso).
Io intanto vado a compilare, che adesso che ho letto le domande mi prudono le dita :-)