Questa ve la devo veramente raccontare. Stamattina facevo il solito giro a volo radente sui quotidiani on line e che ti vedo su Repubblica? Una pubblicità della Plasmon che titola: “Qual’è la differenza? Scoprila”.

Ovviamente clicco e vado a vedere qual’è ‘sta differenza, e mi appare questa pagina (andatela a guardare perché non so quanto ci rimarrà lì, tra poco capirete perché), che spiega che a seguito di un’analisi certificata da un laboratorio privato indipendente, fatta adesso (novembre 2011) la Plasmon ha scoperto che a differenza dei biscotti del Mulino Bianco, che hanno *tanti* pesticidi e quindi non vanno bene per i bambini piccoli, i loro hanno *pochi* pesticidi (!!!) e quindi sono molto meglio (ah, ce n’è anche una per la pasta, dove vengono comparate la pastine della Plasmon con “i Piccolini” della Barilla).
Ma dico, ma stiamo scherzandoooooo!!! Questi sono pazzi! Voglio dire, ma dove siamo arrivati? Ma possibile che un’azienda si possa sentire legittimata a dire che in un biscotto che si dà a un bimbo va bene che ci siano cose che si chiamano come “piperonil butossido”, “pirimifos metile”, “deltametrina”, clorpirifos metile”, e “fosfina”??!!
Perché *legalmente* questa roba negli alimenti per bambini ci può essere, se non supera i 10 microgrammi per chilo?
Ma voi lo sapevate? E se non lo sapevate, perché non lo sapevate? perché queste cose non le sappiamo??
Ma non finisce qui. La cosa è ancora più ridicola e folle.
Continuo a leggere, facendomi come si dice a Napoli, le croci, e becco quest’altro articolo, nel quale si spiega che la Barilla si è arrabbiata con la Plasmon perché ha trovato la pubblicità comparativa sleale, dicendo che (cito l’articolo): “tutti i prodotti alimentari sono regolamentati da precise norme internazionali e nazionali che definiscono in modo preciso i necessari livelli di sicurezza alimentare a completa garanzia della salute delle persone. I prodotti destinati ad un consumo particolare, come per la fascia di età da 0 a 3 anni, sono soggetti ad un regolamento specifico”, e dulcis in fundo: “La fiducia – conclude la nota – che tantissime mamme ci accordano ogni giorno da oltre 130 anni è la diretta dimostrazione che le loro scelte sono fatte con consapevolezza e conoscenza della qualità dei prodotti Barilla. Una pubblicità comparativa scorretta e ingannevole non aiuta a decidere quali prodotti arrivano sulle tavole delle persone, tantomeno una comparativa ingannevole, scorretta ed eticamente biasimevole”.
Insomma, adesso si sbranano anche tra di loro. Che non è male, eheheheh :-)
Quindi le mamme comprano Barilla perché sono consapevoli. Allora adesso vado per strada e chiedo a cinquemila, ma che dico, cinque milioni di mamme se sanno che nei biscotti e nella pasta che danno ai bambini ci sono i pesticidi, sia pur nei termini di legge, e se sono contente di questa cosa.
E non venitemi a dire che i pesticidi sono necessari perché altrimenti nel grano ci sono le micotossine, perché ci sono fior di metodi naturali e non inquinanti per fare le cose per bene senza intossicarsi.
Quello che più mi sconcerta è che questo tipo di pubblicità fa passare l’idea che i pesticidi siano un male necessario, e che non esistano alternative se si vuole star bene. Vale a dire l’ennesimo messaggio che mira a incutere paura, un sentimento arcaico che le mamme hanno naturalmente, nello sforzo di difendere i loro piccini, e io lo so bene, sono una mamma anch’io, e anch’io ho paura.
Io credo che la paura sia una cosa sana, ma solo se non diventa panico, se è motivata. Che ora più di sempre noi mamme dobbiamo essere intelligenti, informate e razionali, e serene, e ferme, e forti.
E grazie al cielo c’è la rete.
In calce vorrei dirvi anche altre due cose al volo, una che a me sembra il secondo autogol della giornata, ed è questa intervista a Veronesi nella quale sostiene gli ogm, con un fare confuso e annebbiato che si commenta da solo.
La seconda è il tam tam che è stato fatto sulla rete, in particolare dalle foodblogger, per aiutare Officina di Cucina, un locale molto bello che Chiara aveva appena aperto e che era stato distrutto dall’alluvione a Genova.
Se qualcuno di voi avesse la possibilità di aiutare, in questa pagina trovate il modo di farlo; ovviamente c’è ancora bisogno di tante cose ed è una bella occasione per essere solidali tra noi donne, e per aiutare una donna coraggiosa a trovare la sua indipendenza.
Vi lascio, che vado a mangiare un boccone… mi si era chiuso lo stomaco, adesso che mi sono sfogata mi sento un po’ meglio. Che bello avere questa finestra per chiacchierare con voi.