Sto capendo la genesi del pasto nudo in corso d’opera. Voglio dire, nella quasi totalità dei casi le mie azioni sono frutto della più pura impulsività: ho imparato molto tempo fa a fidarmi più dello stomaco che del cervello, e la cosa per me funziona benissimo.

Salvo poi dopo tipo due anni rendermi conto che quello che mi piace veramente è qualcosa a cui puntavo da quando ero veramente implume, e cioè scrivere.
E sì che mio padre mi regaló una compattissima macchina da scrivere azzurra quando ebbi più o meno dodici anni. Avrei dovuto capire tante cose, altro che teatro, ceramica, grafica e dipingere.
Che poi scrivere riesca a fondersi casualmente con una delle mie passioni più forti, il cibo, non è altro che un plus che aumenta il mio interesse in ciò che faccio, e la voglia di studiare e approfondire.
Così come le parole che scrivo, tutto ciò che “produco” anche i quadri che dipingo, le fotografie che scatto, o i piatti che cucino esprimono ciò che sono, ma hanno anche una vita propria, non hanno bisogno per forza di me per esistere.
Molte blogger trovano una ragion d’essere nei corsi (che se potessi farei tutti quanti, uno per uno, giuro), altre magari nel catering, altre si buttano nella fotografia del cibo (devo dirlo che la tecnica fotografica è lontanissima dalle mie capacità? credo che un professionista se ne accorga ampiamente da solo); altre ancora scrivono libri e consequenzialmente girano per tutta l’Italia incontrando i loro lettori. Ecco, tutte queste sono cose che farei molta fatica a fare.
Come già ho detto varie volte sono tanto riservata e timida di persona quanto mi sento tranquilla alla tastiera del mio mac. Non so come si chiami questa malattia, comunque ce l’ho, e magari piano piano ne uscirò. Ma piano piano però :-)
Magari un corso piccolissimo ogni tanto, una cena con un gruppetto ristretto, un catering per *un paio* di persone (da quando ho letto di quel famoso ristorante vicino Rieti con un solo tavolo ho capito che se intraprendessi una strada nella ristorazione sarebbe sicuramente quella), ma come eccezioni.
Quello che mi interessa veramente è comunicare, diffondere qualche notizia *utile*, e nel mio piccolo magari, se ci riesco, aiutare qualcuno a star meglio fisicamente, cosa che secondo me non ha prezzo.

Tutto questo blablabla per dire che insomma essere protagonista e stare al centro dell’attenzione è una cosa che non mi piace proprio.
Questa rivelazione da un leone può sembrare un tantino in controtendenza; la verità è che preferisco che chi è interessato possa concentrarsi sui concetti, non su di me, sulla quale sono già troppo concentrata da sola.

Ecco perché qualche giorno fa, quando abbiamo avuto qui una troupe della trasmissione televisiva le invasioni barbariche, io mi sono sentita (come sapevo benissimo che sarebbe stato) fortissimamente a disagio.
Giuro che quando ho ricevuto la mail dell’autrice che chiedeva il mio numero di telefono ho detto a zac “ma questo blog le invasioni barbariche l’ho già sentito”. Ciò dimostra la mia ignoranza nei confronti della televisione, che negli ultimi anni utilizzo più che altro per guardare film di un certo spessore (o lie to me, eh eh eh – non posso resistere).
Il fatto è che mi sono impegnata a sviscerare per loro un certo argomento di cui non posso parlare fino a venerdì sera, giorno in cui (probabilmente – potrò essere più precisa oggi pomeriggio) il servizio verrà trasmesso, perché ho pensato fosse importante sia per regalare al pasto nudo una visibilità più ampia, sia per condividere con moltissime persone un tema importante.
Spero di non essere fraintesa. E che incastrare tutto ciò di cui abbiamo parlato nei tempi televisivi non falsi il messaggio che avrei voluto dare.
Ad ogni modo io sarò qui, a prendermi tutte le considerazioni che crederete giusto fare, e a spiegare quello che non si sarà capito.
E spero veramente di potermi permettere di non apparire mai più in video, è una cosa che proprio non fa per me :-P