Avreste mai creduto che dall’unione tra una rapa e un tubero potessero venire fuori questi quadratini così eleganti, anzi così bio-chic (questa espressione l’ha coniata una di voi, il responsabile alzi la mano!)?
bocconcini di barbabietola
Ho trovato questa ricetta stupenda sul bellissimo blog di Virginia, Lo spilucchino (ve lo consiglio caldamente, è un posto veramente interessante da visitare, andateci e mi ringrazierete).
Virginia ha ripreso questa preparazione da Vegetariano, un bellissimo libro di Heinz Beck, uno chef che da sempre ha un’attenzione particolare per le verdure.

Per me è molto importante trovare suggerimenti come questi, perché non amo molto le verdure cotte; per quanto mi riguarda le verdure sono la cosa più difficile da cucinare in modo appetitoso, basta un attimo di cottura in più e vi ritrovate con un blob informe, ed è molto facile anche accoppiarle in modo sbagliato, non parlo tanto dal punto di vista nutrizionale ma da quello del gusto.

Oltre ad essere molto originale e gustoso questo accoppiamento ha anche il plus di avere un che di tradizionale, poteva non attirarmi come Ulisse con le sirene ammaliatrici?
Essì che le barbabietole precotte le trovo anche al bio, nella loro bustina di plastica uguale uguale a quella del supermercato sotto casa (però demeter, eh, che non so se mi spiego), ma come potete immaginare ho preferito come al solito partire dalla materia prima così come la natura me la offre, e ho comprato quelle crude. Il problema è che anche se ho preso quelle più grosse che ho trovato, non superavano la grandezza di una piccola arancia, e così l’idea di ricavarne delle fettine abbastanza grandi per farne dei cannelloni era fuori discussione.
È così che sono nati i cannelloni di barbabietola destrutturati, trasformati in piccoli ma deliziosi bocconcini da servire come antipasto molto adatto ai vegetariani; ma sono sicurissima che anche quelli che le verdure le apprezzano poco li ameranno, perché sono piaciuti persino a me che la barbabietola proprio non la sopporto.
Però che devo fare, Claudia ci ha spiegato che a novembre dobbiamo andare di amaranto, e così un paio di ricette con la rapa più rossa del mondo ve le devo postare per forza, no? E allora meglio preparare qualcosa di irresistibile :-P
Per il resto non ho avuto il coraggio di cambiare una virgola, visto che anche Virginia diceva che in questa ricetta è meglio non fare i creativi, ché modificare anche una piccola cosa avrebbe cambiato sostanzialmente il sapore. Francesco, ci sei? mi interesserebbe molto il tuo parere, sì sì, proprio tu, chi meglio di te può darci un giudizio su questi piccolini?
Per la bioterapia nutrizionale la modalità di cottura degli alimenti è fondamentale. Cuocere un alimento in un modo piuttosto che in un altro può cambiare completamente l’impatto metabolico che ha sull’organismo. La modalità di utilizzo ideale è sempre quella cruda, il più possibile vicina a come la natura ci propone gli alimenti, ma naturalmente per alcuni di essi la cottura è inevitabile.
la cottura al vapore conserva al massimo i principi nutrizionali del cibo; a differenza della bollitura i sali e tutti gli altri componenti idrosolubili non vengono diluiti nell’acqua ma concentrati all’interno dell’alimento.
Questo è molto utile negli organismo in crescita e in tutte le persone che siano deperite per qualche motivo, ma è da evitare assolutamente in chi ha problemi con i reni, perché a causa della concentrazione di nutrienti aggraverebbe decisamente la loro funzione.

Ingredienti:
200 grammi di barbabietole
300 grammi di patate
3 cucchiai d’olio
50 grammi di latte
una manciata di erba cipolina
il succo di mezzo limone
sale integrale

Pulite e sbucciate le barbabietole, poi affettatele molto sottili (due o tre millimetri) con un coltello affilato. Potete poi decidere se lasciare le fettine come sono, oppure, se avete un guizzo di maniacalità assassina come io ho continuativamente, date loro una forma *perfettamente* quadrata e tenete da parte gli scarti, che potrete utilizzare in un’insalata mista oppure per fare un purè di barbabietola, o altri giochi che vi possono venire in mente.
Cuocetele le fettine (o i quadratini) al vapore sistemate in un solo strato (ci vorranno una ventina di minuti). Intanto spazzolate bene le patate sotto l’acqua con la spazzola per le verdure, e mettetele a bollire (nell’acqua già bollente, come la pasta) fino a quando saranno piuttosto morbide.
Pelate le patate ancora belle calde, poi passatene due terzi allo schiacciapatate, aggiungete il latte caldo e l’olio e mescolate molto bene. Riducete il resto delle patate a cubetti molto piccoli (mezzo centimetro di lato) e aggiungetele al composto insieme all’erba cipollina, il sale e il succo di limone. Mescolate poi con attenzione in modo da non schiacciare i cubettini di patate.
Montate poi i vostri bocconcini come dei piccoli tramezzini, utilizzando le fettine di barbabietola come se fossero le fette di pane e le patate come ripieno; dovranno essere alti un paio di centimetri. Io ci ho aggiunto uno stecchino che mi faceva molto bio-fingerfood :-) Nella foto mi sono dimenticata di aggiungerlo, ma i bocconcini sono ancora più carini e profumati con una bella spolverata di buccia di limone; se avrete l’accortezza di utilizzare un limone con la buccia verde il contrasto cromatico sarà assolutamente favoloso :-)