Il fatto che con il cavolfiore si potessero fare una sorta di pizzette gluten-free, senza un grammo di farina di cereali, mi ha colpito fin dalla prima volta che ci sono inciampata nei miei giri strani sulla rete. Certo, per inserire questa ricetta nella sezione “verdure” ci vuole il mio stomaco ihihih :-)

In effetti questi burger vegetariani (che gli americani si ostinano a chiamare incomprensibilmente “cauliflower pizza”) più che di cavolfiore e formaggio sono di formaggio al cavolfiore, ma a noi che ci importa, a chi ce lo chiede possiamo sempre dire con aria di sufficienza che è una ricetta paleo, che prevede grassi e proteine a go-go. Scherzo, eh, mica voglio togliergli la dignità di dieta, per carità! Anzi la dieta paleolitica offre moltissimi spunti interessanti secondo me; per chi volesse approfondire l’argomento qua c’è pure il portale italiano, fateci un giro!

Io comunque per non saper né leggere né scrivere mischio tutto, ché qua seguire una strada delineata non ci piace. Tornando a noi, ho provato molte ricette che parevano promettenti, ma finora erano veramente tutte ciofeche insapori; questo giro mi sono affidata a un blog americano che seguo spesso e che apprezzo molto, Traditional Cooking School, e finalmente ho ottenuto un piatto veramente appetitoso e gustoso che travalica il loro strano concetto di pizza, ma anche quello nostro di cavolfiore (ci provo spesso a travalicare il cavolfiore, vi ricordate questo e questo?).

La ricetta è facilissima, anche se prevede passaggi ai quali non siamo abituati nelle nostre cucine: il cavolfiore viene prima frullato da crudo e poi “cotto” in modo inusitato: Wardeh consiglia di mettere il cavolfiore così com’è, senza acqua nè olio nè nulla, in una pentola di acciaio a fuoco medio per farlo appassire. La mia pentola d’acciaio probabilmente non è di una qualità eccelsa, e ho rischiato di farlo attaccare sul fondo anche se mescolavo continuamente; ho trasferito tutto nella Bionatural e non ho avuto più alcun problema.
Inutile dire che questa ricetta cambia molto a seconda del tipo di formaggio che userete; potrete provarla e riprovarla fino a trovare l’accoppiamento che più vi piace.

Devo dire che dopo qualche difficoltà la mia dieta quasi-gluten-free mi sta dando molte soddisfazioni. Per una pasta-addicted come me è stato difficile convincermi che potevo riempire lo stomaco anche senza tutti quei cereali che sono da sempre stata abituata a mangiare, ma cercare alternative ti porta a spunti di creatività inaspettati, e soprattutto a selezionare le ricette che trovi in giro sulla rete in base all’originalità (bello fare ricerca!!! La mia passione da sempre).

Spesso per fare tutto ciò uso Pinterest, che per un grafico con memoria visiva ridondante è una mano santa (lo conoscete, vero?). È veramente una risorsa preziosa per farsi degli archivi fotografici per argomento da scorrere al volo, unica controindicazione entri adesso non sai se e quando ne uscirai (pericolosissimo!!!! o.O).

A proposito di Pinterest, ve l’ho già detto, vero, che sto lavorando alacremente per trasferire tutti gli indici per immagine lì? Per chi ancora non lo avesse visto, ecco l’account del pasto nudo; non c’è ancora tutto ma piano piano sto inserendo i contenuti dell’intero blog, divisi in recipes (ricette), insights (approfondimenti) e authors (autori). Se vedete qualche errore madornale, soprattutto nei termini inglesi nei quali non sono ferratissima, o se manca qualcosa nelle varie sezioni segnalatemelo che lo aggiusto subito :-)

Prima di passare alla ricetta ricordo a quelli di voi che non sono iscritti alla nostra newsletter, o che magari non hanno avuto modo di leggerla, e non sono su FB, che venerdì 20 e sabato 21 ci sarà il primo vero evento nella neonata Bottega Ammuìna di Labaro, da Dama D’Erbe: sarà una due giorni dedicata ai nostri amati Contadini per Passione; troverete tante cose buone fatte con le loro arance, i limoni e i pompelmi, con le mandorle del loro mandorleto, l’olio delle olive Biancolilla e lo strepitoso miele di zagara (quest’ultimo riservato ai soci e non presente su Ammuìna online) che è veramente imperdibile.
Dama preparerà spremute per tutti, shottini di un mix antinfluenzale pensato da lei, a base di succo di arancia con curcuma, zenzero e miele, per chi vuole rinforzare le proprie difese immunitarie, e molti altri assaggi dolci e salati, come le bruschette fatte con i pani di Santi Sebastiano e Valentino e altre tapas (Isabella è molto, molto creativa!).
La mattina di Sabato, più o meno dalle 11 alle 12, faremo un laboratorio per imparare a fare le scorze di arance candite e se rimane un po’ di tempo anche le marmellate di agrumi; racconteremo a chi ci sarà vita, morte e miracoli dell’azienda di Paolo e Marco Barbera; capirete come fanno le loro arance a essere così speciali e verrete messi a parte di tutte le bellezze (e gli intoppi!) che comporta un agrumeto coltivato come natura comanda <3 Vi aspetto tutti numerosi e desiderosi di assolata vitamina C!

Ingredienti:
1 cavolfiore (400 grammi di cavolfiore crudo frullato)
300 grammi di un formaggio che si sciolga piacevolmente
1 uovo felice
1 cucchiaino di origano secco
1 spicchio d’aglio
1/2 piccola cipolla
1/4 di cucchiaino di sale marino integrale
olio extravergine d’oliva

Per questa ricetta conviene che vi muoviate qualche ora prima rispetto a quando volete servirla, per dar modo al cavolfiore frullato di amalgamarsi bene e diventare più malleabile visto che dovrete formare le pizzette con le mani.
Lavate e asciugate bene il cavolfiore e tagliate via i fiori dai gambi, che essendo più duretti cuociono in tempi diversi; gettateli nel compost oppure metteteli da parte per usarli per altre ricette (ad esempio una minestra). Mettete i fiori in un frullatore (tutti insieme o un po’ alla volta se come me ne avete uno piccolino) e frullate pochi secondi, fino a quando il cavolfiore non avrà l’aspetto di un cuscus.
Fate appassire il cavolfiore in una pentola atta all’uopo (come dicevo sopra l’autrice del blog da cui ho mutuato la ricetta consiglia una pentola d’acciaio, ma io mi sono trovata molto meglio con quella di argilla), fino a quando sarà “steamed but not mushy” (stufato ma non molle).
Quando avrà raggiunto la consistenza desiderata, lasciatelo riposare fino a quando non diventa freddo. A questo punto aggiungete la metà del formaggio che avrete grattugiato, il sale, l’origano, l’aglio e la cipolla tritati molto finemente (io li ho grattugiati con la microplane, Wardeh ha usato aglio e cipolla in polvere o.O), e l’uovo leggermente sbattuto, amalgamate tutto molto bene e lasciate riposare un paio d’ore fuori dal frigo o varie ore in frigo.
Trascorso questo tempo, preriscaldate il forno a 230°C in modalità statica, formate 6 medaglioni aiutandovi con le mani bagnate con un goccio d’acqua e posizionateli belli equidistanziati su una teglia da forno (Wardeh dice di usare la carta forno, ma io se posso evitare evito – se ho ben capito è ricoperta di silicone; ho usato quella di ferro che vedete nelle foto). Spennellateli con un po’ d’olio e infornate per una ventina di minuti o fino a quando non saranno ben dorati (a me è sfuggita la mano e li ho un po’ stracotti).
Tirate la teglia fuori dal forno, aspettate che il tutto si raffreddi, switchate il forno in modalità grill, aggiungete il formaggio rimasto (nulla vi vieta di upgradare con salsa di pomodoro o altri condimenti di vostro gusto), e infornate di nuovo per qualche minuto spostando la teglia subito sotto la resistenza del grill, fino a quando il formaggio non sarà sciolto e fragrante.
Servite immediatamente, spolverando con un altro po’ di origano e se vi piace una macinata di pepe.