Agosto. Ferragosto, per di più, mentre scrivo. Ma tanto qui ferragosto non è niente. Un giorno qualsiasi. Nemmeno Maria Himmelfahrt (il viaggio di Maria verso il cielo, tradotto letteralmente), perché qui gli ultimi cinquant’anni di storia non hanno visto di buon’occhio nessuna forma di sentire religioso, o altre quisquilie di questo genere.

cibo stagionale agosto

Ma la storia della DDR, e soprattutto di quello che è successo *dopo* la caduta del muro, che è assai più interessante (e volutamente tabù, sia per i tedeschi dell’ovest che per noi Europei – qualcuno di voi sa come è andata a finire, la storia della riunificazione?), credo la lascerò a tempi migliori. Per ora scriviamo di agosto. Che è meglio (come dicevano i puffi).

Agosto è il mese dedicato alla libertà e al riposo. Per eccellenza. Lo ha deciso il primo imperatore romano, Ottaviano Augusto, nel 18 a. C., quando si è inventato le feriae Augusti (da cui, appunto, i termini ferie e ferragosto). E noi italiani non ce lo siamo più dimenticato. Ci sarebbe anche la notte di San Lorenzo, verso il 10. In realtá pare che anche qui siano confluite due tradizioni precedenti: la festa celtica di Lugnasad, dedicata al dio del fuoco, e quella romana di Ercole Invitto, che si celebrava il 12 agosto.

Dunque. Agosto, per certi versi, continua il processo di caldo-e-asciuga di luglio. Certo, siamo più a settembre che a giugno. I giorni si accorciano e, verso fine mese, inizia a farsi sentire l’acquosità di inizio autunno. Di solito piove di più. E, si sa, pioggia d’agosto rinfresca il bosco. Adesso che non ci siamo fatti mancare nulla, possiamo iniziare.

Come dicono i vecchi saggi (e anche la solita bibbia-salute-naturale-ma-i-numeri-vecchissimi), il sole di luglio ha portato il nostro corpo alla pienezza estiva, alla maturità tipica di questa stagione. Ha asciugato completamente i liquidi in eccesso, compattandoci in una sorta di energia-materia molto densa, al massimo della sua vitalità. E ora, come fa la natura, inverte la tendenza. Tutti i nostri tessuti si stanno trasformando, e stanno fissando in profondità il fuoco di cui si sono nutriti. Per poterlo poi riutilizzare nel prossimo inverno, e nel prossimo ciclo vitale.

Proprio per questo è importante, ora, seguire il ritmo delle stagioni e cibarsi di quello che la natura ci offre. Per evitare fastidiosi malanni autunnali, per avere sufficiente caldo in corpo da combattere artriti, lombosciatalgie, cali delle difese immunitarie e tutte quelle belle cose lì tipiche della collezione autunno-inverno. A livello pratico non è poi *così* difficile: cosa offre il mercato?

Frutta? Ancora angurie e meloni, suppongo, in Italia; albicocche, pesche, mirtilli e frutti di bosco. Frullati, per esempio, ma senza latte e zucchero.

Verdura? Lattuga, cetrioli, sedano, carote, pomodori, cipolle e tutte le altre che crescono nel vostro orto o in quello dei vicini.

Io sono per non-mischiare, perché (come dice anche Elena) una è la freccia che centra il bersaglio. E ognuno di noi, se si ascolta bene, saprà scegliere proprio *quel* frutto o *quella* verdura che gli è più congeniale in quel determinato momento.

A dir la verità ho scoperto che questo vale anche per i profumi, i fiori e persino gli alberi. Provate ad andare in un bosco, un orto, un giardino: sarete istintivamente attratti da un albero o una pianta in particolare, che vi sembrerà molto piú bella di tutte le altre. Cercate di scoprire di che pianta si tratta, quali sono le sue caratteristiche e le sue proprietà.

Spesso sono le stesse piante che il dottor Bach testava e imbottigliava; ma anche pietre o animali che i medici saggi prescrivono sotto forma di rimedi omeopatici. A me capita sempre più spesso con un olmo in riva al mare, qui vicino… ehm… forse dovrei decidermi ad imparare alcune cosette sulla sopravvalutazione delle proprie energie, visto cosa dice Bach al proposito (imparerò, vero? *sospiro*). Devo dire che questo esperimento funziona egregiamente anche di fronte alle ceste di frutta e verdura del mercato.

Cibi leggeri e ricchi di acqua, dicevamo. Per prevenire il rischio tipico di questo mese, e cioè l’eccessivo inaridimento del nostro corpo e dell’organo che lo accoglie, la pelle. Per non alterarne l’equilibrio e trasformarla in un deserto incapace di svolgere le sue preziose funzioni. Ma anche, ancora più importante, per permettere all’intestino di liberarsi dall’accumulo di tossine, cosa che col caldo diventa ancora più spiacevole.

Una delle mie verdure preferite, in questo periodo, è il sedano. Depurativo, rimineralizzante, tonifica il fegato, stimola la digestione ed è un valido nutrimento per i reni. Restituisce al corpo il sale perduto a causa della calura estiva, stimolando l’organismo ad eliminare eventuali scorie tossiche.

Per me c’è il sedano estivo e quello invernale. Nel senso che col caldo cerco le coste verdi del sedano dulce, mentre col freddo la radice tonda e soda del sedano rapaceum. Ed è un bel problema, perché qui, di coste manco l’ombra (nemmeno di caldo, ora che ci penso). Ma non dispero, che secondo me al negozietto biodinamico prima o poi una costa di sedano la trovo.

La mia ricetta preferita (volevo anche mettere un link, ma trovo solo versioni con maionese o funghetti sottolio – ?) è semplicissima: riso lesso, pesce (o pollo) grigliato a pezzetti, coste di sedano a rondelle, cipolla rossa o erba cipollina. Tutto mescolato e condito con una salsina di olio, sale, pepe, un velo di senape e una goccia di succo di limone. Mmm… uno spettacolo! Ma basta anche solo un purè di patate e sedano per farmi felice.

Perfetta per agosto è pure la lattuga, che da piccola mi sembravano solo delle foglie verdi piene di acqua: nonnono, cari miei. Ricordo il direttore di un albergo wellness a cinque stelle, che un giorno mi raccontò di come la maggior parte dei suoi clienti fossero molto ma molto stressati. Burned out, per dirla all’inglese. Una signora non riusciva a dormire da mesi. Dopo una settimana volle parlare *personalmente* con lui, per complimentarsi dei risultati ottenuti, visto che riusciva a dormire molto meglio e si sentiva particolarmente rilassata. Lui disse che le aveva solo dato da mangiare moltissima lattuga.

Tra le insalate, mi pare sia quella con più calcio, potassio, vitamina B2 e A. È nota come riequilibrante del sistema nervoso, ottimo sedativo. Una curiosità di questa pianta è che orienta le sue foglie a nord per difendersi dal sole estivo eccessivamente caldo. Pianta intelligente, che saprà (per analogia) smorzare anche gli eccessi di calore del nostro corpo. Rinfrescante e calmante degli eccessi di nervosismo tipici del caldo estivo. Addolcisce l’umore, oltre che i nervi. Mi sa che me ne ordino un paio di chili, domattina ;-).

Ho trovato una ricetta fantastica, sul numero di giugno 2008 de La cucina italiana – versione tedesca: delle lasagne con crema di lattuga. È già tutto spiegato nel nome: tra una sfoglia e l’altra una crema densa di insalata precedentemente stufata con cipollotto, sale, pepe e parmigiano finale (la versione teutonica prevede che si cuocia la lattuga nel latte e si aggiunga un poco di farina, tanto per avere già la besciamella incorporata e farla bella pesante, ma vi posso assicurare che anche la versione alleggerita – senza latte e burro, intendo – non sfigura affatto!).

Alcune mamme sostengono che un passato di lattuga (e patate, scrivono qui) a cena, un paio di volte alla settimana, calmi anche i pargoli più vivaci e incontenibili, favorendo una lunga notte di sonno. Provare non costa nulla. Ehm… è un poco lassativa. Mica è una cosa negativa, eh: lo scrivo perché sappiate la causa, in caso di… ecco.

Stavo leggendo, poi, che alcuni alimenti tipici di questo periodo hanno delle proprietà particolarmente rassodanti: pesche, carote, lattughe, kiwi, meloni, fragole, pomodori e peperoni. Questo per il loro alto contenuto di vitamine A e C, che favoriscono il nutrimento, l’elasticità e la morbidezza della pelle.

Anche i legumi, ricchi di ferro che ossigena i tessuti, così come cereali integrali, pesce e carni bianche, per garantire compattezza e tonicità ai muscoli. E ancora tanto pesce (meglio se azzurro). La medicina spagirica consigliava di aggiungere qualche goccia di aceto nelle pietanze e di consumare il tuorlo dell’uovo, ma altro non so. Sconsigliate le spezie troppo piccanti. Meno peperoncino e più maggiorana, basilico, prezzemolo, rosmarino.

Come sempre, mi sa, anche ad agosto attenzione alle scorpacciate di gelati alla crema, dolci-ma-dolci e a tutti quei cibi che (per loro natura o per modalità di cottura) appesantiscono il fegato e rallentano i processi di eliminazione delle scorie (che, stazionando nell’epidermide, le fanno perdere compattezza e luminosità).

Non mi stancherò mai di scriverlo: non sono un medico. Non sono una nutrizionista. Mi affascina *solamente* scoprire mese dopo mese e stagione dopo stagione come la natura ci metta a disposizione gli alimenti più adatti per vivere egregiamente nel territorio in cui ci troviamo. O, meglio, come l’uomo abbia cercato per migliaia di anni quegli alimenti che lo rendono più resistente, felice e creativo e che crescono proprio nel luogo in cui si trova a vivere. Visto che anche a queste prove e riprove siamo arrivati fino a qui, mi sembrerebbe una grande mancanza di rispetto cancellare tutto come una spugna sulla lavagna. O no? Buone vacanze!

p.s.: aggiungo, il giorno dopo aver scritto il post: a conferma di come, a volte, pensando positivo non si sbaglia mai, ho appena trovato dall’amico biodinamico le prime radici di sedano della stagione, tonde e sode. Piccoline, ma con tutte le loro belle coste verdissime e fogliose. Certo, non viene proprio voglia di addentarle così, da crude, ma il purè di stasera è assicurato!