Beh, a questo punto fino al giorno del workshop aspettatevi solo impasti fatti con la bianca, perché devo studiare, e mi devo esercitare, ecco. L’avrò rinfrescata dieci volte di seguito, e lei è tutta contenta e vispa, mi guarda dal vasetto con una faccia “sta per succedere qualcosa vero? vero?!”.
trecce con la pasta madre
E le sue aspettative non saranno deluse, perché tra pochi giorni diventerà mamma di tanti piccoli vasetti di bianca (i bianchini!), che saranno adottati dai mitici partecipanti al corso 8-)
Io, per quanto mi riguarda, sto passando serate a guardare video di gente che impasta in modi improbabili (provate a fare un giro su you tube e poi mi dite quanti video seri e professionali trovate!

Filmati di pizzaioli napoletani con sottofondi musicali neomelodici agghiaccianti, gente che si riprende in casa propria mentre sbatte la pasta sui tavoli con la forza di Hulk, inquadrature incomprensibili (se devi riprendere una persona che impasta *non puoi* posizionarti dietro la sua schiena, essendo più basso del soggetto in questione, tentando di riprendere da sopra la spalla allungando il braccio, che ovviamente trema!).

Naturalmente gran parte del tempo lo passo anche a girare sui miei blog preferiti di impastamenti vari; così quando l’altra sera ho trovato queste treccine da Anna ho dovuto immediatamente andare a fare una chiacchierata con la bianca per vedere come potevamo organizzare la cosa.
E lei, pur nonostante le sue obiezioni (ma una pasta brioche l’abbiamo già fatta, la ricetta originale prevede la manitoba, etc) si è dichiarata pronta all’impasto. Sono venute fuori delle bellissime trecce di pasta brioche, morbide e profumate; migliorabili, eh, ancora non ho trovato la pasta brioche perfetta (deve essere ancora *più* morbida, *più* gonfia, e *più* leggera) ma datemi tempo… io non demordo (e tantomeno la mia piccola invasettata).

Ingredienti:
160 grammi di poolish
230 grammi di farina 0
1 uovo
50 grammi di ricotta di mucca
20 grammi di burro di centrifuga
60 grammi di zucchero grezzo chiaro
una presa di vaniglia in polvere
il succo di mezzo limone
un po’ di latte fresco
una presa di sale marino integrale

Mescolate nell’impastatrice il poolish con l’uovo (a temperatura ambiente – toglietelo dal frigo almeno un’oretta prima). Unite lo zucchero, la ricotta setacciata (idem come l’uovo), la vaniglia, il succo del limone, il burro morbido (lasciato a temperatura ambiente fino a che non è molle molle; sciolto non va bene!), la farina setacciata (in modo da darle più volume e leggerezza) e infine il sale.
Se vedete che l’impasto è proprio liquido aggiungete un altro po’ di farina, ma non più di un cucchiaio alla volta; tenete conto che più farina aggiungerete, più le trecce verranno dure. Lasciate impastare fino all’incordatura, formate una palla con l’impasto e lasciate lievitare nella solita ciotola di vetro coperta con lo strofinaccio umido per un’oretta o due.
Trascorso questo tempo, riprendete l’impasto e dividetelo in 12 palline da 50 grammi circa.
Poi prendete per ogni dolcetto tre palline di impasto, modellatele delicatamente a forma di piccoli cordoncini e formate le trecce.
Man mano che le fate adagiatele su una teglia ricoperta di carta forno, poi spolveratele con un po’ di zucchero e rimettetele nel forno spento a lievitare (io ho acceso la luce).
Quando avranno finito la seconda lievitazione (ci vorranno tre o quattro ore) spennellate le trecce con un po’ di latte (a temperatura ambiente), un altro po’ di zucchero e infornatele nel forno già caldo a 180° per 20-25 minuti al massimo. Ricordate sempre la solita regola per la pasta brioche, se le lasciate cuocere troppo diventeranno dei… serci (trad.: “pietre”), come si dice a Roma :-)
Una volta sfornate lasciatele intiepidire su una griglia e assaggiatele! Secondo me sono molto meglio tiepide che fredde.
Ho un appunto su questa ricetta; quello che non mi ha convinta completamente è che secondo me le brioche devono essere molto morbide anche nella parte esterna, queste lo sono ma potrebbero esserlo di più (no no aspettate a ricoverarmi); ieri nei miei “giri strani” (zac li chiama così) sulla rete ho trovato un blog (mannaggia adesso non mi ricordo di chi) dove c’era spiegato che per evitare che la pasta brioche si indurisca durante la seconda lievitazione (perché non è coperta col panno) si può spennellare bene la superficie con burro fuso (mi raccomando, tiepido mica bollente eh!).
Che sia questa la chiave di volta? Se qualcuna ci prova, mi fate sapere che se non si è capito ormai sta diventando una lotta all’ultimo sangue tra me e la pasta brioche?