Alle volte mi domando e dico ma dov’ero mentre tutti parlavano di questa ricetta che io non conosco? Tipo quando è venuta fuori la moda del pane senza impasto e io l’ho scoperto dopo quello che per me era un sacco di tempo. Ecco, questo infuso pazzesco appartiene alla schiera dell’avrei dovuto saperlo prima.

cold brewed coffee

Già mi sono molto indignata quando ho visto che il mitico Jamie del caffè estratto a freddo ne parlava due anni fa; forse sarebbe stato meglio non approfondire la ricerca e scoprire questo bell’articolo del NY Times che risale al 2007 >:-(

Nel post in questione l’autrice narra del suo sgomento quando un suo amico si rifiutò di prendere il classico caffè freddo durante una vacanza estiva su un’isola Caraibica (dove si suppone le temperature sconsigliassero bevande bollenti) sostenendo che lo preferiva bollente se non poteva avere quello *estratto a freddo* (visto che sono due cose mooolto diverse). Tornata nella sua città dopo qualche settimana, trovò un locale che serviva il succitato mitico estratto, e provò ad assaggiarlo, rimanendone estasiata.

Il sapore era molto meno amaro e il caffè sapeva di cioccolato e caramello; il gusto era talmente profondo e morbido che non sentì nemmeno il bisogno di zuccherarlo o aggiungere latte e panna, come era solita fare con il classico caffè “raffreddato”. Il motivo è ben spiegato in un altro post che ho trovato su Tech insider.

I chicchi di caffè contengono tanti olii essenziali che con il calore diventano molto più volatili (motivo per cui il caffè caldo ha un profumo così intenso); purtroppo però le alte temperature li degradano e li ossidano, dando al caffè un sapore amaro e a volte acido (ovviamente moltissimo dipende anche dalla qualità del caffè, ne parlai anni fa in questo articolo.)

Wired tuona addirittura con un “We regret to inform you that you are abusing your coffee” (siamo spiacenti di informarvi che state violentando il vostro caffè)! e precisa che molti degli aromi contenuti nel magico chicco vengono irrimediabilmente persi a causa del calore.

Da lì a cercare di capire come farselo in casa, e a scoprire che esistevano forum e forum sull’argomento (quanto amo la rete), nei quali si discuteva se fosse meglio l’infusione di 12/16/18 ore o quella di 24, se fosse opportuno l’uso di acqua purificata o di quella del rubinetto, o se magari fosse meglio acquistare l’apposito apparecchio per il cold brewed coffee fu un attimo.

caffè Paranà esperimenti

L’apposito apparecchio, sì. Perché esiste anche un affascinante attrezzo che fa tutto praticamente da solo. Per fortuna la parte superiore è in plastica e questo mi offre un ottimo motivo per ignorarlo; il problema è che ce ne sono molti altri modelli, come potete vedere qui, qui, ma soprattutto qui (ecco, questo è pure bello e facile da usare, uffa!). Ah, e si può fare anche nel “french press”, che se non sbaglio si usa anche per il té, come potete vedere qui.

Ebbene, la buona, anzi ottima notizia, è che l’attrezzo in questione non è assolutamente necessario: il magico liquido dal sapore perfetto viene benissimo anche facendo una semplice infusione. Per quanto riguarda le dosi esistono varie scuole di pensiero, più o meno tutte abbastanza concordi tra loro. Io ho seguito quella di questo post, che non prevedeva cups e spoons che non mi sono portata qui sull’isola, e che mi è piaciuta particolarmente per le foto step-by-step.

Ho quindi usato 80 grammi di caffè per un litro d’acqua (non guardate la foto della brocca, perché quello era un primo esperimento in piccolo), ma sul sito di Jamie Oliver (il primo che vi ho linkato) il range è di 1:8, quindi se il mio neurone non mi inganna dovrebbero essere 125 grammi di caffè per un litro d’acqua, anche se poi l’autore del post lo diluisce. La prossima volta proverò così, tanto con un litro di caffè ci vado avanti un bel po’.

L’unico rischio è che avendone tanto così bello pronto in frigo una (a caso) vada ad attingere troppo spesso (sarà per questo che oggi ero sveglia come un fringuello alle sei del mattino? Mah o.O). Voi comunque fate varie prove fino a quando non trovate la densità e il gusto che vi convince, tenendo conto che il sapore è piuttosto diverso, e ogni tanto secondo me un bel caffè tradizionale, più acido e amaro, ci vuole comunque :-)

cold brewed coffee milk

In molti sostengono che sia necessario diluire il caffè che risulta dall’infusione al 50% con acqua, o aggiungere tanto ghiaccio; io l’ho trovato perfetto così, sarà l’italianità (o, peggio, la napoletanità), o forse il tipo di caffè (ho usato la meravigliosa miscela di Paranà, organica e fairtrade, di cui vi ho già parlato varie volte).

Immagino che la raccomandazione valga per i nostri cugini oltreoceanici che il caffè lo bevono nelle loro megatazze da asporto (sapete che anche Starbucks ha inserito nel suo menu il cold brew coffee?); per quanto mi riguarda meglio poco ma buono, la dose è il bicchierino che vedete in foto, e al massimo ci aggiungo un pochino di latte di quelli seri.

Ultima precisazione prima di lasciarvi alla ricetta, che veramente anche un bambino di sei anni può preparare tranquillamente: ovviamente potete benissimo scaldare il vostro caffè estratto a freddo, se volete berlo caldo o anche bollente; il sapore rimarrà comunque morbido e molto meno acido di quello estratto con la macchinetta tradizionale. Mi sembra sia tutto, non vi resta che sperimentare (io già me lo immagino con qualche bacca di cardamomo, e in inverno con un po’ di cannella o zenzero. E anice stellato). E chissà che prima o poi non ci ritroviamo per strada una bella venditrice di caffè estratto a freddo come questa signorina qui! :-)

Ingredienti:
80 grammi di caffè macinato, meglio se a grana medio/grossa
1 litro d’acqua pura, a temperatura ambiente
zucchero grezzo, opzionale

Nulla di più facile e rilassante. Mettete la polvere di caffè in una brocca o in un barattolo di vetro grande, che contenga comodamente un litro di liquido (ricordate che ci sono anche gli 80 grammi di caffè), aggiungete poca acqua mescolando bene, in modo da diluire diluire la polvere senza creare grumi, come si fa con la cioccolata calda, poi piano piano versate tutta l’acqua rimanente continuando a mescolare; alla fine dovrebbe crearsi una bella schiuma marrone chiaro sulla superficie.

Non dimenticatevi di annusare il meraviglioso profumo che sale alle narici mentre mescolate, già solo quello vi sembrerà un ottimo motivo per aver provato a preparare il caffè estratto a freddo :-)

Fatta quest’operazione, chiudete il barattolo con il suo coperchio o la brocca con una pellicola (se proprio non avete altra soluzione) e lasciate riposare in frigo per 24 ore (in inverno potete tranquillamente lasciare il tutto a temperatura ambiente se la casa non è molto riscaldata).

Trascorso questo tempo, scoperchiate, annusate, mescolate ancora molto bene, munitevi di colino a maglie molto strette (o magari di un bel tessuto di cotone leggero, o di filtri di carta non sbiancata e riciclabile!) e passate il composto più volte fino a quando non ci sarà più posa. Anche se vi sembra che non ce ne sia più, ascoltate la izn e ripassatelo, perché per non so quale strana ragione della fisica quello che passa attraverso le maglie del colino la prima volta la seconda volta si ferma. Non che dobbiate essere precisissimi, perché alla fine la posa si deposita sul fondo e se non agitate la bottiglia o il barattolo nei quali conserverete il vostro caffè non ve la troverete in bocca.

A questo punto se lo desiderate aggiungete lo zucchero, agitate per bene e poi tappate il vostro contenitore; il caffè così ottenuto dovrebbe conservarsi tranquillamente in frigorifero per qualche settimana (alcuni blog dicono dicono addirittura 8 settimane). Non mi tornate a commentare qui con un diavolo per capello però eh! :-D