Da bambina immaginavo la mia casa ideale (e la disegnavo e ridisegnavo, con tanto di piantine e tutto il resto) in un modo già abbastanza preciso, e sempre, dico sempre, c’era annesso nel (grande) giardino una specie di grandissima serra tutta di vetro piena di ogni tipo di piante.

piante antiche

Quest’amore per il verde mi è sempre rimasto dentro, e negli anni si è arricchito con la scoperta della fitoterapia, della bioterapia nutrizionale, e degli olii essenziali, che vedo quasi come una cosa magica. Anticamente si è sempre sostenuto che non abbiamo bisogno di medicine, perché le piante ci sono state date proprio per stare bene, tutto sta a saperle utilizzare. Nel rispetto della terra che le accoglie.

Per tutti quelli che come me sono interessati al recupero di questo rispetto, e all’arte di costruire un orto in casa, magari con piante antiche e rare, scrivo oggi per segnalarvi una conferenza che si terrà a Roma dopodomani (venerdì 14 gennaio) proprio su questo argomento.

germogli

Vi ho già parlato di Paolo Conti e del gruppo di Legambiente, raccontandovi di un frutteto, sperimentale, come l’orto di Giancarlo, fatto solo di piante antiche e rare.

Alcune neanche le avevo mai sentite nominare: voi sapevate che esistono il Biricoccolo, il Giuggiolo, il Corniolo, il Mirabolano?

Che di albicocco ci sono le varietà Amabile Vecchioni, Cafona, Liverani, Pellecchiella, Tonda di Costigliole, Venturina, Vitillo, Bulida, Paviot, Canino, Luizet? Di ciliegi ci sono l’Anellona, il Burlat, la Cornetta, la Corniola, il Fiore di Maggio, il Gambolungo, la Gemella, il Durone precoce Celeste, il Durone giallo, il Mora di Vignola, il Progressiflora, il Tomentoso, il Prunus tomentosa?

Che ci sono i fichi San Piero, Paradiso, Dattero, Cavaliere, Dall’Osso e Fetifero, i meli Canditina, Carla, Carpandù, Ciucarina, Madona, Marcoun, Ruscai, Piatlin, Cotogno, Azzeruolo Frutto Rosso, e le piante di pero Spadona, Fiorentina, Volpina?

albero

Insomma, sono andata un paio di giorni fa a dare uno sguardo al frutteto, che si trova nella zona dell’Insugherata, e sebbene – data la stagione – le piante fossero tutte profondamente addormentate (roba da camminare in punta di piedi), mi sono stupita ancora una volta di come dentro Roma possano esistere realtà da sogno come quella.

Mi riprometto di tornarci in primavera per farvi vedere la fioritura; intanto vi lascio un po’ di scatti che ho fatto: c’era poco da vedere e molto da immaginare! Sui rami apparentemente inerti c’erano già le gemme, come tante piccole promesse meravigliose.

parco dell'insugherata

Intanto che loro riposano possiamo andare alla conferenza di venerdì. Si parlerà di come sia possibile coltivare in tutte le case (addirittura quelle che non hanno neanche un balcone) erbe aromatiche, ortaggi e piante da frutto del tipo di cui vi dicevo.

Di come questa “forestazione innovativa” possa combattere danni alla salute e mutamenti climatici, di come potremmo con un piccolo gesto quotidiano essere molto utili alle prossime generazioni.

parco insugherata

Se quindi alle 18.00 di Venerdì aveste voglia di fare un’immersione in quello che spero sia il nostro futuro, ci vediamo al Teatro dell’Ascolto, in via Veientana 5. Adesso vado a dare un pochino d’acqua al mio Turiddu (limone siciliano quattro stagioni che tengo in vaso nel patio, e che Gian Carlo dopo uno sguardo mi ha detto che è una delle pochissime varietà di limone che *non possono* essere tenute in vaso. Turriddu miu!! dovrò trasferirlo, sigh).