Che dire di Andrea. È una forza della natura. Basti dire che non essendo contento della sua impastatrice ha deciso di fare tutto il pane a mano, in attesa di trovarne una che lo soddisfi :-P Quando ho conosciuto lui e Renata mi sono subito innamorata :-) Di quelle persone con le quali ti trovi subito bene, come se le conoscessi già da tempo.

Andrea Trenta

Che nel loro ristorante usano solo prodotti super controllati da loro (quasi tutto bio, e quando si è su quella strada è difficile non diventare maniaci) già ve l’ho detto, che il posto che hanno scelto è stu-pen-do (la cantina di un palazzo seicentesco) ve l’ho già detto; però vi posso raccontare una cosa che mi fa disperare!

Dovete sapere che quando Andrea mi ha fatto assaggiare il pane fatto da lui (ottimo) naturalmente ho voluto subito conoscere la sua pasta madre, e naturalmente quando ho visto che aveva quella solida non ho potuto esimermi dal rompergli le scatole con la meravigliosa pasta madre liquida, fino a quando non gliene ho portato un vasetto e lui, sfinito, si è convinto a provarla. La sera dopo su Facebook ha postato le foto del pane più fantastico che avessi mai visto. Un’invidia!!!

Vabbeh và, parliamo di questo piatto meraviglioso (che come al solito sono stata *costretta* con mio grande disappunto a mangiare – che facevo, dopo averlo fotografato mica si poteva gettare, eh eh) Andrea mi ha raccontato di essere partito da un’antica tecnica di cottura mantovana, il “riso alla pilota”.

Il procedimento consiste nel mettere a bollire l’acqua in una pentola a fondo spesso (va bene anche l’acciaio, ma meglio sarebbe coccio o ghisa — anzi il massimo è quella che ha usato lui: una bellissimissima pentola di rame stagnato — che l’ho visto rendere perfettamente lucida strofinandola con un mix di aceto e sale), poi mettere il riso, mescolare, e togliere tutta l’acqua che superi le due dita di spessore dal riso.

andrea trenta

Dopo di che la pentola viene chiusa ermeticamente (non deve uscire il vapore), si abbassa la fiamma e si lascia cuocere 15 minuti esatti senza mescolare mai. Al termine si sgrana il riso come se fosse un couscous. Nel riso alla pilota come mamma l’ha fatto si aggiungerebbe la pasta di salsiccia (vale a dire la salsiccia senza il budello) precedentemente spadellata con del burro, poi parmigiano, altro burro, e si mantecherebbe a freddo. Una cosa leggerina.

risotto al vialone ricetta

Voglio dire, tutto perfetto, però se la bioterapia se mi vedesse spadellare la salsiccia con il burro credo che mi metterebbe alla lavagna a scrivere centocinquanta volte: “il maiale e la mucca sono proteine diverse”.

Ingredienti:
180 grammi di riso vialone nano
3 zucchine medie
1 noce di burro
4 fettine di stracchino stagionato (Casale Nibbi)
2 cucchiai di parmigiano
1 bicchiere di passerina passito di Aurora

Mettete un bel po’ d’acqua in una pentola bassa con il fondo spesso (vedi spiegazione sopra). Quando raggiunge il bollore, mettete il riso (la fiamma deve essere vivace); quando torna a bollire aspettate un minuto e poi versate via l’acqua in eccesso (devono rimanere circa due dita di acqua sopra il livello del riso).
Coprite la pentola ermeticamente (ad esempio con un’altra pentola molto pesante, o un coperchio con sopra un peso), abbassate la fiamma al minimissimo e lasciate cuocere per circa 9 minuti. In questo Andrea si discosta dal metodo originale (quello dei 15 minuti) perché può controllare che il riso rimanga più bagnato, all’onda, per capirci.

Trascorsi quindi i 9 minuti togliete il coperchio, aggiungete due delle zucchine tagliate a dadini e spadellate a parte con un po’ d’olio, il burro, e due fettine di stracchino a tocchetti. Aggiungete anche il parmigiano e mantecate tutto a fuoco spento. Impiattate, aggiungete 1 fettina di stracchino al centro del risotto, le zucchine tagliate a julienne, e due cucchiaini per piatto di riduzione di passerina (per la riduzione basta mettere a bollire il vino in un pentolino e lasciarlo evaporare fino a metà della quantità iniziale).

Re Desiderio – Osteria a palazzo Gasparri
Via XI Febbraio, 7
00060 Sacrofano (Roma)

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