Sarebbe troppo facile dedicare il post di aprile al sonno. In effetti, con Izn, ci era balenata anche l’idea di mettere solo la foto. “Alla didascalia ci penso io”, ho pure esclamato in un impeto di energia creativa: ronf. Sarà il rientro sull’Ostsee, saranno le conseguenze del mese trascorso a ritmi da italiana-che-vive-all’estero-e-che-torna-una-volta-all’anno, saranno pure i postumi dei cinque giorni dai suoceri in pieno periodo pasquale. Sarà quel che sarà, ma qui tutta la famiglia fa una fatica immane, ad uscire dal letargo.
stagionalità aprile
E, non so in Italia, ma da noi l’inverno non vuole proprio mollare. È come se la primavera stesse tentando di aprire una porta e non ci riuscisse. Un giorno si apre di cinque centimetri, il giorno dopo si richiude di tre. Ecchepalle (scusate, mi è scappato). Insomma, sto cercando di mettere in campo tutti i rimedi naturali possibili e immaginabili per non dormire venti ore al giorno. Speriamo che funzioni.
Il punto è che, in questo periodo dell’anno, l’organismo richiede maggiore energia. Per tenere il passo con quello che sta accadendo in natura. In febbraio si erano rotte le acque, in marzo iniziava a gattonare ed ora la natura è uno di quei bambini pieni di energia che saltano e corrono e sembra non ne abbiano mai abbastanza, e che vogliano respirare tutto il mondo. Voglio dire: qualcuno di voi conosce il segno zodiacale dell’ariete? Quello che va da tre quarti di marzo a tre quarti di aprile? Capite cosa vuol dire tenere i loro ritmi? Ecco. Un bambino di 4 anni, più o meno. Meglio di mille parole.

È chiaro che viene spontaneo cercare quelle sostanze che ti caricano nel giro di un nanosecondo, o che ti fanno pensare subito ad un rifornimento brutale: caffè, cocacola (erano aaaanni che non la bevevo, mi sono fatta tentare all’autogrill, durante il viaggio di ritorno: ma che dolce è diventata? Bleah!) o, che ne so, i resti delle uova di Pasqua o cotolette impanate. Sí, lo so, già mi vedo tutti i pastonudisti a dire eh no-no-nno (vi prego, almeno, non col dito indice alzato modello maestrina…).

La teoria è facile. Ma mai come in questo momento la pratica mi sembra lontana migliaia di chilometri. Parentesi: per motivi tecnico logistici (non c’ero ;-)), scrivo di aprile a mese inoltrato, con Pasqua giá bella e dimenticata. È un po’ un peccato, in effetti, perché è una di quelle tappe fondamentali, nell’anno, che non si potrebbe proprio saltare a pié pari, così. Facciamo una cosa: per chi capitasse sul Pastonudo l’anno prossimo, qui c’è tutto il necessario per capire meglio: e, in onore di Izn, Tito e Antonella, anche un dolce pasquale tipico baltico (eh eh). Chiusa parentesi.
Allora, si diceva: l’inverno (iuppi!) è proprio finito. Sí, è vero, al mattino ci sono 3 gradi sopra lo zero, qui. Ma le giornate sono lunghissime (non ci sono più abituata eh eh) e dopo pranzo ci si può godere il sole (purché riparati da questo vento freddissimo ;-)). Anzi, è il mese migliore, perché ci si può immergere nel sole per ore (se qualcuno ha la fortuna di averne, di ore) senza paura di scottarsi, modello jeans-arrotolati-fino-al-ginocchio, per far godere anche le gambe bianco-verdine.
Come è come non è, la terra è tutta in una fase di sollecitazione. Daniela Marafante mi sorprende sempre, che scrive in modo da comunicare *esattamente* quello che succede: “I mesi primaverili riempiono l’atmosfera di ormoni vegetali, che altro non sono che l’energia erotica della pianta. La natura vive una sorta di eccitazione generale che ha come obiettivo la fecondazione e la riproduzione della specie. Questa forza fiorile che impregna l’aria “contamina” anche il corpo umano, sollecitando e talora alterando l’assetto ormonale”.
A me sta cosa delle piante con gli ormoni impazziti mi piace proprio tanto. Certo, ci vorrebbe l’esperta di ormoni del Pastonudo, a spiegarci tutto per benino. Qui si dice, per esempio, che le insalate di erbe selvatiche condite con fiori e olio di borragine sono un toccasana per modulare al meglio la risposta ormonale. Beh, nell’attesa che dire… male non faranno.
Altro punto delicato di aprile sono i tessuti muscolari. E anche qui c’è un perché: “il ricambio tissutale e il rinnovamento cellulare che avviene nel nostro corpo hanno un riscontro anche nella natura che ci circonda: è in questo mese, infatti, che gli alberi producono nuovi germogli, dalle erbe dei prati sbocciano fresche corolle, la vecchia corteccia dei tronchi cade a terra per lasciare il posto al tenero legno primaverile”.
Anche la nostra, di corteccia invernale, cade a terra. Ma volete mettere la differenza, se la aiutiamo con dei peeling, magari con due gocce di olio essenziale? Di noce moscata (che farebbe bene anche grattugiata, in questo periodo, ma non abusatene. ehm…) o di legno di rosa.
Quest’ultimo voglio assolutamente provarlo, perché pare sia perfetto per tutti quegli spiacevoli inconvenienti racchiusi nel *dolce dormire* di questo mese (riporto letteralmente: “cocktail di irrequietudine e apatia, trascinare svogliatamente le giornate sognando di coricarsi, salvo poi rigirarsi incapaci di prendere sonno, accentuazione dei sintomi premestruali, ansia diffusa, calo libidico e crisi emotive” (ce l’ho, ce l’ho, manca, manca, ce l’ho etc). Pare che colpisca più le donne, proprio per le fluttuazioni ormonali di cui si diceva prima.
A proposito di muscoli, trovo molto interessante una teoria secondo la quale, in aprile, sarebbero consigliate le verdure rossobianche, importantissime per la cura delle infiammazioni e la pulizia del sangue. Rosso come il sangue, i muscoli e il fuoco e bianco come simbolo di purezza e disintossicazione. Via, quindi, a insalatone di rapanelli (lo sapevate che, tra le mille e mille virtú che possiedono sono pure sedativi?) e radicchio, condite con olio extravergine di oliva, dalla funzione emolliente e lubrificante. E poi, dei rapanelli a me piace anche il fatto che non si butta via niente. Quando ero in Italia ne ho comperato un mazzetto, a cui era attaccata una fettuccia di carta con l’indicazione “si consiglia di consumare anche le foglie” (ricche di ferro, tra le altre innumerevoli proprietà). E che diamine, c’è qualcuno che le butta? Ci si possono fare zuppette, frittatine, pasta, torte, crostini, di tutto e di piú.
Allora, vediamo un po’ di capire cosa ci offre la natura, come al solito, per aiutarci a sintonizzarci al meglio. Che si fa anche presto: alimenti freschi, leggeri, crudi, appena scottati. Punto. Semplice, no? Erbe, erbette, insalate, uova (mi sa che sulle uova ci facciamo il prossimo post: che ne dici, Izn?); anche carni, ma giovani. Sí, lo so, é brutto da dire. Non ho ancora raggiunto la consapevolezza di alcuni vegetariani, e la carne la mangio (pochissima, in verità, in questo periodo, ma c’è). Ebbene, in questo periodo l’ideale sarebbe la carne di animali piccoli, tipo agnelli, o dei piccoli dei pesci.
Per molti dei miei conoscenti inizia la stagione dei germogli, ma io qui non mi ritrovo, che per me i germogli sono *troppo*. Come se mangiassi una di quelle pasticche misteriose che inventava Archimede Pitagorico o le arachidi di Superpippo: tah–dah! Ho anche una germogliera, una specie di vaso dal tappo coi buchi, ma proprio non glie la fo. E sí che fino a qualche anno fa ne andavo ghiotta. Mah. Si cambia, nella vita.
Che altro… ah: il rosmarino! Questa cosa qui del rosmarino che ringalluzzisce e dà un sacco di carica me l’ha insegnata molto tempo fa la mia amica Isabella, ancora ai tempi in cui si faceva le figlie dei fiori in un paesino sperduto per la Val di Non: al mattino lei toglieva un pezzo di rosmarino dal vaso del balcone, lo metteva in una tazza e lo copriva di acqua appena bollente. Beh, ricordo sferzate di energia immediate (credo però non vada bevuto in caso di gravidanza o pressione alta; è sempre meglio controllare eventuali effetti collaterali, quando si usano le erbe, anche quelle più semplici e conosciute).
La mia ricetta preferita, quella dell’ultimo momento, e che piace veramente a tutti: tranci di salmone, un filo d’olio, due spicchi d’aglio e poco rosmarino, forno per 20 minuti. Poco sale e pepe. Buonissimi. Un classico. Per cambiare, si può tagliare il salmone a dadi e infilzarlo su uno spiedino di rosmarino (ho solo semplificato di molto questa ricetta qui). E poi, la più bella pasta che io abbia visto negli ultimi tempi (forse la più elegante di sempre, azzardo).
In effetti, ora che ci penso, potrebbe sembrare che si debba morire di fame, messa giù così. Nientaffatto!
Mmm…ci penso un momento…ecco! Vediamo cosa è meglio *non* mangiare: tutto ciò che facilita la stasi intestinale (carne e formaggi grassi, fagioli, patate); fritti, pastelle, impanature, bibite gassate, amari, digestivi, alcool, conserve, inscatolati, surgelati, sottolio, sottaceto, insaccati. E marmellate e biscotti. E pomodoro (troppo yang, troppo ricco di energia solare, troppo focoso).
E, già che ci siamo, come insegna la medicina spagirica, niente bagnoni lunghissimi e caldi, meglio docce tiepide/fredde/tiepide/fredde (così, per eliminare anche le utlime tossine rimaste, poverine…). Io c’ho trovato subito un lato positivo: mi sembra che questo mese non stazionerò molto, in cucina… ma solo per la salute, mica per pigrizia ;-))