Alzi la mano chi è nato attorno agli anni ’70 e da bambino non si è mai aggirato furtivamente attorno al frigo approfittando di un momento di distrazione del genitore di turno, ha prelevato il tubone di latte condensato, lo ha aperto e se lo è spremuto direttamente in bocca, cercando di schiacciare meno possibile l’involucro di metallo, per non lasciare indizi.

latte condensato

A casa mia questo faceva il paio con il foglio di carta che facevo scivolare sotto le porte per farci cadere la chiave sopra e poi tirarla pianissimo sotto lo spiffero e impadronirmene.

Bando ai gloriosi ricordi della mia infanzia, oggi vi devo parlare di un paio di cose troppo divertenti (se siete tra quelli che usano il latte; se non lo usate saltate subito alla fine del post!), e che coinvolgono un bel po’ di zucchero.

Poi diciamo che la cosa mi ha un po’ preso la mano, perché studiandomi il procedimento per condensare il latte, ho scoperto che quello che noi chiamiamo “latte condensato” in realtà si dovrebbe chiamare “latte zuccherato condensato”, perché poi c’è il latte “evaporato” che è latte condensato senza zucchero (ma un po’ è dolce lo stesso). E da lì sono scaturite un altro paio di cosucce che… vabbeh, andiamo per ordine, và.

Negli USA, se ho ben capito, si trovano in commercio l’evaporated milk, anche detto “unsweetened condensed milk” (latte evaporato, o latte condensato non zuccherato) e lo sweetened condensed milk (latte zuccherato condensato).
Il latte evaporato è semplicemente latte lasciato scaldare fino a quando non evapora il 60% dell’acqua che contiene. Siccome il latte contiene degli zuccheri si caramella leggermente lo stesso, ma non è dolce come quello condensato. Ha più o meno lo stesso colore del latte e viene usato principalmente nelle creme e nei piatti ai quali si vuole conferire una consistenza cremosa.

Naturalmente (che ve lo dico a fare) quello industriale viene poi omogeneizzato, raffreddato, additivato di stabilizzatori, messo in lattine (di alluminio?), e infine sterilizzato. Se ne trovano anche (terribili, secondo me) versioni fatte a partire con latte scremato (un po’ o tanto), con aggiunta di svariate vitamine.

Il latte zuccherato condensato (che noi chiamiamo semplicemente “latte condensato”), è invece un miscuglio di latte intero, e con il 40/45% del suo peso in zucchero. Anche questo viene fatto scaldare fino a quando non evapora il 60% dell’acqua che contiene, e viene usato principalmente in torte e lievitati dolci, caramelle, budini, pies e per dolcificare il caffè e simili.

Il processo di produzione industriale è più semplice (si fa per dire) rispetto a quello del latte evaporato. Viene pastorizzato durante il processo di evaporazione, poi l’aggiunta di zucchero, che inibisce la crescita di microrganismi, rende inutile la pastorizzazione. Anche in questo viene aggiunta vitamina A.

In questo articolo ho letto che basta aggiungere un ingrediente acido al latte condensato zuccherato, per farlo diventare più denso, senza rimetterlo sul fuoco. Ho letto anche che spesso viene utilizzato latte in polvere. A questo proposito c’è un post/ricetta interessante che ne sconsiglia l’uso (e meno male) su questo bellissimo blog, anche se in questo caso l’autrice aggiunge burro, credo per dargli più consistenza.

Alloooora! Facciamo un po’ di conti, e se vedete che ho scritto qualche cavolata correggetemi, ché al liceo (classico!) in matematica facevo collezione di 3 e 4! Per il latte evaporato bisogna far evaporare il 60% dell’acqua contenuta nel latte. Ho letto in questo post che il latte di vacca di solito contiene l’87,5% di acqua. Sulla bottiglia del latte mitico che sapete però ho letto che in un litro ci sono 19,33 grammi tra grassi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale; ne ho dedotto che il latte in questione contiene l’80,67% di acqua. Quindi siccome il 60% di 80,67 è 48,402 devo far evaporare circa 484 grammi di acqua. In pratica devo togliere la pentola dal fuoco quando i 500 grammi di latte diventano 242 grammi.

Nel caso invece del latte zuccherato condensato, visto che ci sono 200 grammi di zucchero, avrei dovuto togliere dal fuoco quando il composto latte-zucchero avesse raggiunto il peso di 458 grammi. Io l’ho tirato fino a quando pesava circa 400, ed era ancora abbastanza liquido.

Dopo tutto questo studio ho preso il latte, ci ho messo lo zucchero, l’ho lasciato per un’oretta sul fuoco e ho ottenuto il latte condensato. Voglio dire, ho studiato tipo tre giorni per fare una cosa che probabilmente la mia bisnonna faceva a occhio da quando aveva cinque anni.

Vi annoto il procedimento e gli ingredienti che ho usato io, ma tenete conto che è ampiamente personalizzabile con un sacco di tipi di zucchero (volendo, anche con lo zucchero di fiori di cocco, che ha un indice glicemico molto basso, ma lo svantaggio del costo elevato) e, udite udite, con svariati tipi di latti vegetali, tipo quello di cocco o di mandorla ! Date un po’ uno sguardo a questo post molto interessante; ci sono link anche per farlo con latte di noccioline americane, di riso, di canapa e un sacco di altre informazioni interessanti.

Ingredienti:
500 grammi latte felicissimo
200 grammi zucchero grezzo chiaro

Mettete lo zucchero in una pentola di acciaio con il fondo spesso, aggiungete il latte, sciogliete lo zucchero per bene, pesate il tutto, annotate il peso e poi mettete sul fuoco, a fiamma bassissima. Mescolate di quando in quando. Dovete togliere dal fuoco quando il peso arriva a circa 450 grammi, escluso il peso della pentola.

Con il tempo farete a occhio, ma tenete conto che se superate una certa concentrazione, quindi lo fate asciugare di più, dovrete necessariamente aggiungere una punta di bicarbonato, perché, come spiega Dario in questo articolo molto interessante, il latte ha un ph acido (di poco inferiore a 7), e man mano che cuoce diventa sempre più acido. In questo modo la caseina finisce per coagularsi e si possono formare dei grumi. Il bicarbonato, essendo alcalino, alza il ph e scongiura la coagulazione. Se poi lo lasciate ancora sul fuoco otterrete qualcosa di molto simile al celeberrimo dulce de leche.

Quando avete raggiunto l’evaporazione giusta, spegnete, versate in un vasetto sterilizzato, chiudete bene e conservate in frigo. Credo che duri un paio di settimane, ma solo se siete freddi come il ghiaccio. Se no due giorni e lo salutate :-D