Il sale per me ha un significato speciale, perché è di quelle cose che ho scelto con lo stomaco; l’ho guardato, e sono subito stata attratta dal colore grigiastro, così lontano dal bianco sintetico al quale ero abituata, l’ho toccato, e ho amato quella consistenza umida e sabbiosa che non (ri)conoscevo, e alla fine l’ho annusato, e lì me ne sono innamorata perdutamente.
Il sale fa bene
Naturalmente sto parlando del sale integrale, nello specifico del sale marino integrale atlantico (io compro quello di Le Paludier, lo potete vedere qui), ma ce ne sono vari altri.
Chi di voi è già da un po’ sulla strada della consapevolezza alimentare saprà bene quello che vuol dire portare a tavola una cosetta del genere, e sopra tutto storcere (a volte involontariamente, giuro!) il naso quando ti presentano quel cilindretto di plastica con il sale iodato; nel migliore dei casi lo scenario è “CHEP… (ops, c’è la bambina); ma quanto sei seccanteeeeee!!!! mo’ pure il sale dev’essere biologicoooooo!” e via battutine varie sulla tua incipiente ortoressia (improvvisamente la psicologia è diventata un’opinione – qualcuno per favore dica a ‘sta gente “dosis facit venenum”), risatine e sguardi d’intesa tra gli astanti.

Ecco perché quando Sabine Eck — per inciso medico chirurgo, naturopata, omeopata e molte altre cose — mi ha scritto una bellissima mail nella quale mi raccontava un sacco di cose sul sale, e dopo qualche mese poi mi ha inviato il libro che ha appena pubblicato “Il sale fa bene”, mi sono tuffata a pesce nella lettura, e appena l’ho finito la prima cosa che ho pensato è “devo assolutamente raccontarlo a *loro*” (che siete voi).

Sabine deve avere una doppia personalità; alcune pagine del libro sembrano scritte da una fatina: ci sono favole popolari sul sale, considerazioni sulla vita in genere, e poetici racconti di passeggiate in riva al mare; in altre invece esce fuori una personalità di ferro, da medico di quelli seri, il tutto sempre però decisamente femminile. Di quel femminile streghesco che amo molto, e che gli ignoranti temono da sempre.
il sale fa bene
Io intanto vi racconto un paio di cose che ho letto nel suo scritto, che potrebbero mettervi in condizione di tirare appresso a chi ve lo porta il famigerato cilindretto iodato; se poi vi venisse la curiosità di approfondire, il libro lo trovate qui, qui oppure chiedete direttamente a Sabine, nei commenti a questo post.
Sabine Eck
Cominciamo con il dire che il sale integrale (l’unico che merita l’appellativo di sale, adesso vedrete perché) è in realtà una miscela di sali minerali, proveniente come tutti sapete dal mare. In particolare è composto per circa il 96% di cloruro di sodio, e per il restante 4% di oltre 80 oligoelementi (praticamente tutta la tabella di Mendelev, tranne gli elementi instabili o radioattivi, e compreso per esempio l’oro), estremamente importanti per la nostra salute.
Sabine Eck
Purtroppo da trent’anni a questa parte quello che viene venduto come sale alimentare è cloruro di sodio (NaCl) puro, perfettamente in linea con l’ottusità di un certo tipo di scienziati; pare che ormai sia legge il fatto che se un prodotto della terra fa bene a qualcosa il merito è del “principio attivo” (ad esempio il betacarotene della carota o la vitamina C del limone).
sale marino integrale
Ma santiddio – ammesso e assolutamente non concesso che fosse il principio attivo a far bene alla salute, e non la combinazione di acqua, minerali, vitamine, glucidi, fibre e proteine presenti nella carota come mamma l’ha fatta – è meglio andare in farmacia a comprare un flacone di betacarotene (condito con additivi vari), con quello che costa, o al mercato a comprare un mazzo di carote appena colte, che non solo hanno un buon sapore, ma ci si può pure giocare in cucina in mille modi diversi?
pressione arteriosa
Vabbeh. Fatto sta che a un certo punto qualcuno si è reso conto che il cloruro di sodio spacciato per sale non è proprio il massimo per la salute; ad esempio pare abbiano preso dei granchi di mare e li abbiano immersi in due soluzioni, una di acqua e sale integrale e l’altra di acqua e sale raffinato, e che i poveretti messi a dimora nell’acqua “raffinata” siano morti in 24 ore.
Sabine Eck
Così a qualcuno è venuta un’idea geniale: prendiamo il sale integrale, e, come facevamo prima, togliamogli tutti gli elementi che non siano cloruro di sodio, compreso lo iodio, così possiamo continuare a rivenderlo all’industria per produrre materie plastiche, e riciclare quello che resta per uso alimentare (aaahhhh, ecco!!!); la differenza è che poi lo iodio ce lo rimettiamo, ma di sintesi, così il sale lo vendiamo maggiorato perché fa tanto bene alla tiroide. Poi magari ci mettiamo anche un antiagglomerante, così viene bello asciutto. Mamma mia. Mi chiedo che ne penserebbero i granchi di prima.
Pur non volendo considerare il fatto che l’apporto di iodio servirebbe (in teoria) per una tiroide ipofunzionante, mentre se come nel mio caso la tendenza è a iperfunzionare ci vorrebbe il suo antagonista, il bromo (a quando il sale bromato, anzi impoverito e poi ri-bromato?), c’è anche il particolare che, guarda caso, nel sale naturale lo iodio e il bromo ci sono entrambi, e il nostro organismo è perfettamente in grado di prendere l’uno o l’altro alla bisogna (che ne so, bromo dopo una litigata, iodio dopo un’influenza stancante) e di eliminare il resto attraverso le urine.
proprietà sale integrale
In più nel sale vero ci sarebbe anche il cloruro di Magnesio (che tra l’altro è l’elemento che conferisce l’umidità al sale, essendo igroscopico), che ha un’azione favorevole sia nell’ipo che nell’ipertiroidismo.
Utilizzare quotidianamente piccole dosi di sale marino integrale *normale* ci dà quindi la possibilità di assumere microdosi salutari di ognuno di questi elementi, oltre agli altri.
Ho la sensazione che per quanto riguarda l’alimentazione valgano le stesse regole della cucina (e di tutto il resto): la semplicità, rilassarsi e seguire il fiume; sopra tutto non cercare (in questo caso fingere) di migliorare ciò che è già perfetto. Tra le pagine del libro di Sabine c’è ben altro, oltre al sale: concetti importantissimi, espressi in modo comprensibile anche a me (e se lo capisco io…).