Il 24 maggio scorso l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha esaminato i messaggi pubblicitari relativi a diversi prodotti alimentari (crakers, merendine, biscotti, frollini etc) di quattro importanti società (Colussi, Galbusera, Kellogg e Kraft): il consumo di tutti questi prodotti avrebbe determinato effetti importanti sui livelli di colesterolo.

Cominciamo da due linee di prodotti commercializzate dalla Colussi con il marchio Misura: Soia senza colesterolo (poi Soia 0,001% colesterolo) e Senza Colesterolo… con ingredienti contenenti steroli vegetali.
Nelle confezioni e nei siti internet si sottolineava che i prodotti sono volti a soddisfare in pieno non solo le richieste di chi, per necessità, deve inevitabilmente tenere a bada il colesterolo (se il colesterolo è alto, infatti, per la maggioranza dei casi è dovuto a ciò che mangiamo) ma anche di tutti coloro che, pur non avendo alcun problema, preferiscono consumare alimenti completi ed equilibrati senza rinunciare al gusto di mangiare bene.
Con riferimento agli steroli vegetali, si metteva in risalto la funzione svolta da questi ultimi per un’azione di controllo nell’assorbimento del “colesterolo cattivo”.
L’Antitrust ha ribadito che la pubblicità non può attribuire ai prodotti alimentari proprietà e benefici non riconosciuti dalla letteratura scientifica e dalle Autorità preposte a livello comunitario e nazionale: in caso contrario, si suggestionano i consumatori in modo scorretto, approfittando delle persone particolarmente sensibili a tali problematiche. Nel caso in questione, manca una dimostrazione dell’efficacia degli alimenti privi del colesterolo ai fini del controllo della colesterolemia.
Casomai possono avere rilevanza altri fattori, come la quantità di alcuni tipi di grassi (presenti peraltro in quantità significative nei prodotti in esame).
Con riferimento agli steroli vegetali, l’Agcm sottolinea che la quantità contenuta nella linea di prodotti è modesta e inadeguata a procurare effetti favorevoli per l’assorbimento del colesterolo nel sangue.
Per queste ragioni, l’Antitrust ha deliberato una sanzione di 100.000 euro alla Colussi.
Sanzione più elevata (190.000 euro, e obbligo di modificare le confezioni ed i siti internet) per la Galbusera, che aveva raggiunto livelli di vendita più elevati grazie anche ad una più massiccia campagna per promuovere due linee di prodotti: 0,001 di colesterolo e Col Cuore, con betaglucani. Le considerazioni svolte dall’Antitrust sono analoghe a quelle sopra sintetizzate.
È andata meglio invece a Kellogg e Kraft, le quali hanno presentato impegni per modificare in tempi brevi le indicazioni relative ad alcuni prodotti (fiocchi cereali Optavita ed i biscotti Saiwa – ORO Cereacol), eliminando in particolare le affermazioni sulla loro efficacia per ridurre i livelli di colesterolo. L’Agcm non ha deliberato sanzioni nei confronti delle due società, tenendo conto anche dell’assenza di campagne pubblicitarie sui prodotti in questione e degli scarsi volumi di vendita.
Morale della favola? Penso sia possibile contrastare le pubblicità ingannevoli utilizzando gli strumenti garantiti dalla legge. Segnalare all’Antitrust e alle associazioni dei consumatori possibili casi di pratiche scorrette, in campo alimentare e non, rientra nelle nostre possibilità: e anche il pasto nudo può dare un importante contributo in questa direzione.
Per chi volesse saperne di più raccomando di consultare il sito di Assoutenti, che dedica molta attenzione a questa problematica e dà un’informazione in tempo reale delle decisioni dell’Antitrust e dei giudici amministrativi.
Segnalo inoltre che è uscito il quarto numero della Newsletter sulla pubblicità ingannevole, che analizza i casi più rilevanti di pratica commerciale scorretta, dedicando una particolare attenzione al tema dei falsi annunci di lavoro, fatti per agganciare persone alla ricerca di un’occupazione attraverso la promessa di un lavoro sicuro o di facili guadagni: è un fenomeno particolarmente odioso e che va combattuto con forza.

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