Nei mesi scorsi l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, in seguito alle segnalazioni effettuate da alcune associazioni dei consumatori, dal Ministero della salute e dalla Federsalus, ha esaminato la campagna promozionale del prodotto Xango juice, prodotto dalla Xango Italia, che commercializza bevande, integratori alimentari, prodotti dietetici e articoli destinati alla cura ed al benessere.

A scopo cautelare, l’Agcm ha subito emesso un provvedimento per sospendere il reclutamento di nuovi incaricati della vendita della bevanda e vietare l’attribuzione al prodotto di qualità salutistiche. Il Tar ha respinto il ricorso della società nei confronti di questo provvedimento.
Dopo l’iniziativa dell’Antitrust, la Xango ha modificato in parte la pubblicità ed il sistema di vendita, ma ciò non ha evitato una sanzione di 250.000 euro.
La prima contestazione dell’Agcm riguarda l’attribuzione alla bevanda di proprietà salustistiche. È un tema molto delicato – quello della pubblicità che attribuisce ai prodotti alimentari un’efficacia curativa al fine di aumentare il volume delle vendite – su cui ci siamo già soffermati in questa rubrica.
In realtà, lo Xango juice è un succo a base di mangostina (il frutto dell’albero mangostano, Garcinia Mangostana), originario della Thailandia.
La pubblicità, utilizzando termini di stampo tipicamente medico, lo presenta come idoneo a trattare disturbi del sistema nervoso (insonnia, depressione, emicrania), o, addirittura, ad affrontare alcuni disturbi molto gravi come il morbo di Alzheimer, di Parkinson e di Crohn, grazie alla presenza per effetto delle proprietà degli Xantoni, una classe di sostanze chimiche che sarebbero dotate di particolari capacità antiossidanti e antinfiammatorie.
Vale la pena di citare alcuni passaggi di una delle brochure: “La potente attività antiossidante e antinfiammatoria legata all’identità specifica del mangostano è referenziata, oltre che documentata, dalla sua stessa composizione… La classe degli Xantoni… possiede molteplici proprietà farmacologiche che… non si esauriscono solo con quella antiossidante ma per esempio includono anche una cospicua attività antinfiammatoria… Ricerche scientifiche dimostrano che gli Xantoni possiedono potenti proprietà antiossidanti che aiutano a mantenere sano l’intestino, a rafforzare il sistema immunitario… a preservare la cartilagine e la funzione articolare, favorendo il benessere del sistema respiratorio col passare delle stagioni”.
Secondo l’Antitrust, tali messaggi non sono supportati da studi e ricerche scientifiche adeguati; e solo sul sito Xango.it c’è questa avvertenza, peraltro a caratteri ridotti ed in lingua inglese “These statements have not been evaluated by the Food and Drug Administration. This product is not intended to diagnose, treat, cure or prevent any desease”.
L’Agcm ricorda anche il parere espresso dall’EFSA (Agenzia per la sicurezza alimentare) , secondo il quale manca un legame causale tra il consumo del frutto mangostina e la protezione dai danni ossidativi; e ciò nell’ipotesi di un consumo significativo del frutto, mentre nel caso in questione siamo in presenza solo di un succo di frutta mista e non di “frutto intero” come recita la pubblicità.
C’è però un altro importante aspetto degno di nota che è stato analizzato dall’Antitrust e riguarda il sistema di commercializzazione del prodotto, che presenta alcuni elementi caratteristici delle cosiddette vendite piramidali, proibite dal codice del consumo. Tale sistema si basa sul coinvolgimento dei consumatori che sono spinti a far aderire alla struttura commerciale nuovi soggetti; in particolare, gli incaricati alla vendita sottoscrivono un contratto in base al quale essi sono compensati soprattutto in base al numero dei nuovi incaricati che segnalano all’azienda e non sulla base delle vendite effettuate (come avviene per le cosiddette vendite multilivello, che sono legali): nel caso del Xango juice, la vendita diretta delle bevande è invece preclusa.
Come emerge da questo provvedimento, le pratiche scorrette possono riguardare una pluralità di profili. Se qualcuno è interessato ad approfondire la tematica della pubblicità ingannevole segnalo il secondo numero della Newsletter realizzata da Assoutenti, uscito nei giorni scorsi, in cui si dà conto delle più recenti decisioni dell’Antitrust, dei giudici amministrativi ed anche dell’Istituto per l’autodisciplina pubblicitaria.

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Il pianeta degli Xantoni
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