Tra le opere di misericordia corporale richieste da Gesù ad ogni buon cristiano per il perdono dei suoi peccati (e per entrare nel regno dei cieli), c’è quella di dar da bere (gratuitamente, s’intende) a chi è assetato. Quest’opera di misericordia viene praticata ancora dai fedeli della Cattolica Apostolica Romana Chiesa?
dar da bere agli assetati
Me lo sono chiesto venerdì santo scorso quando, dopo aver mangiato alla caffetteria delle Scuderie del Quirinale (ero lì per visitare la mostra di Tiziano), mi sono visto appioppare 3 euro per mezza minerale, lo stesso importo del bicchiere (mezzo pieno ovviamente) di vino. Certo io non ero assetato e, come succede a tanti quando vanno al ristorante, avevo detto sì per una sorta di riflesso condizionato che scatta allorquando il cameriere pone la canonica richiesta: vuole anche dell’acqua minerale?
La questione che mi sono posto è questa: se una persona stesse, per così dire, morendo di sete e non avesse i soldi per pagarsi una mezza “minerale”, come potrebbe dissetarsi in questa città? Una volta c’erano disseminate per le strade fontanelle zampillanti di acqua fresca alle quali era un piacere abbeverarsi. Ora molte di esse, se non sono asciutte, emettono un filino d’acqua così capricciosamente volteggiante che non si riesce mai a centrarlo con la bocca per cui, dopo vani tentativi, ti ritrovi tutto bagnato ma con la stessa sete di prima. E pensare che i papi, anche quelli che avevano comportamenti non proprio ispirati dallo Spirito santo, si facevano carico di abbeverare i fedeli costruendo fontane o riabilitando quelle lasciate dai pagani romani.

Un’alternativa alla fontanina potrebbe essere quella di andare al bar e chiedere al barista, da cristiano a cristiano, un bicchiere di acqua corrente. Azione quasi impossibile (come quella di chiedere di utilizzare il bagno senza consumare alcunché), perché il barista l’acqua te la dà anche, ma guardandoti storto, oppure fa finta di non capire e ti chiede se vuoi un bicchiere di acqua minerale, preparandosi nel contempo ad emettere il relativo scontrino.

Insomma, opera di misericordia corporale addio: se si ha sete, l’acqua bisogna comprarsela pagandola profumatamente. E allora, prima di intraprendere qualsivoglia impresa che potrebbe assetarci, perché non fare come i ciclisti che partono per la corsa? Riempiamoci la borraccia con acqua del rubinetto di casa oppure mettiamo nella borsa qualche bottiglia di acqua minerale comprata al supermercato (costo: 20-30 centesimi a bottiglina, un vero affare se si tiene conto di quanto costa al bar).
Sempre in tema di acqua minerale. Avrete sicuramente notato che, sia che la chiediate al bar o al ristorante, sia che la caviate dal distributore, la bottiglia d’acqua è sempre ghiacciata. È ghiacciata d’inverno, che a berla così si offende l’organismo che di questa stagione predilige ricevere cose calde. È ghiacciata e ancor più pericolosa d’estate perché, tracannata quando si è accaldati, può essere causa di una congestione che può sconfinare in un collasso, specialmente se la si beve durante o subito dopo un lauto pasto. Allora, se avete tra le mani una bottiglia di acqua ghiacciata, aspettate un po’ prima di berla, poi sorbitela a piccoli sorsi.
Un mio saggio maestro diceva che anche l’acqua andrebbe masticata. Così si evita anche di ingerire aria, possibile foriera di fastidiosi gonfiori di pancia e di sconveniente impellenza di eruttare.
Un paradosso crozziano da paese delle meraviglie: siamo portati a comprare acqua minerale che quasi non contiene minerali. Una volta erano dichiarate minerali le acque ricche di calcio, di magnesio, di ferro o di qualche altro minerale. E le si bevevano per scopi terapeutici, attingendo alla giusta fonte o comprandole in farmacia. Oggi l’acqua, che per legge è minerale, si compra al supermercato e la si usa in sostituzione dell’acqua del rubinetto di casa per dissetarsi e per farsi il caffè. E vittime della pubblicità che fa leva sull’umana aspirazione alla leggerezza e alla purezza del corpo (ve la ricordate la suora dello sketch pubblicitario che diceva che bevendo l’acqua tal dei tali faceva plin plin? Ovvero tanta pipì?) siamo portati a dare la preferenza alle acque minerali con basso residuo secco, cioè a quelle minimamente mineralizzate (con residuo fisso sotto i 50 mg/l) o oligominerali (con residuo fisso tra 50 mg/ e 500 mg/l). In pratica compriamo acque minerali quasi senza minerali!
Volete sapere se un’acqua merita la vostra fiducia? Guardate in etichetta il contenuto in nitrati. Un’acqua veramente pura non ne dovrebbe contenere affatto. La presenza di nitrati è infatti un indice di contaminazione della falda acquifera da cui si attinge l’acqua minerale. Più alta è la concentrazione dei nitrati, maggiore è l’inquinamento occorso.
La legge stabilisce che il contenuto in nitrati delle acque minerali può arrivare fino al 45 mg/l (10 mg/l per quelle destinate ai bambini). È un limite di poco inferiore a quello dell’acqua del rubinetto di casa (50 mg/l), vale a dire altrettanto alto. Personalmente vi consiglio, se l’acqua di casa è proprio imbevibile, di scegliere un’acqua minerale in cui i nitrati siano assenti o presenti in quantità minime (non più di 1-2 mg/l).
Una questione che appassiona molti di voi: i minerali presenti nelle acque sono o non sono assorbiti dal nostro organismo? Contrariamente a quanto scrive la nostra Sonia nel suo post su questo argomento, la mia esperienza professionale e i dati scientifici disponibili mi portano a dire di sì.
Ho avuto dei buoni risultati in caso di anemia raccomandando il ferrotone, che è nient’altro che acqua minerale ricca di ferro. L’efficacia di quest’acqua è stata anche provata da una ricerca scientifica (Halksworth G e coll. Iron absorption from Spatone — a natural mineral water — for prevention of iron deficiency in pregnancy. Clin Lab Haematol. 2003;25:227-31). La ricerca ha anche mostrato che alcune acque minerali possono contribuire a soddisfare i fabbisogni di altri minerali, come il calcio (Heaney RP. Absorbability and utility of calcium in mineral waters. Am J Clin Nutr. 2006;84:371-4) e il magnesio (Sabatier M e coll. Influence of the consumption pattern of magnesium from magnesium-rich mineral water on magnesium bioavailability. Br J Nutr. 2011 ;106:331-334).
Ah dimenticavo! Alla mostra di Tiziano si poteva ammirare il quadro di Paolo III, il Papa rinascimentale che va famoso anche per aver fatto edificare numerose fontane nella città capitolina. Allora sì che il dar da bere agli assetati era un’opera di misericordia. Ma ora i tanti mercanti, che sono sia dentro che fuori del tempio, ci stanno privando di questo bene preziosissimo che la natura nella sua magnanimità intendeva regalare a tutti noi comuni mortali. È un’indegna operazione di esproprio di un bene comune che fa il paio con quella delle piante geneticamente modificate che è volta unicamente a sottrarre ai contadini la gestione di un altro preziosissimo bene comune, quello dei semi.
“Dar da bere agli assetati”, “dar da mangiare agli affamati”, sì, ma a prezzo sempre più alto per l’umanità e per la natura al fin di lucrare profitti poco cristianamente!
Come sarebbe bello manifestare contro quest’andazzo, riducendo i consumi, quindi gli acquisti, di acqua minerale. Ovviamente si può laddove la qualità dell’acqua del rubinetto è buona. Qui a Roma ad esempio potremmo agire in questo senso perché l’acqua pubblica è di norma soddisfacente.
Buona Pasqua a tutti voi del pasto nudo, e un augurio speciale alla Sonia, donna due volte gagliarda, in primis per la gestione super del blog, in secundis per la pastiera che ha fatto leccare i baffi a me, a una francese, a un americano e a una svedese, casualmente assieme il pomeriggio del dì di Pasqua per una tazza di tè. Un successo internazionale!

Post scriptum

Non ho dimenticato di completare il discorso sulla soia che avevamo iniziato qui; vi prego solamente di pazientare ancora un po’.