Dopo l’interessante programma di ieri sera della Gabanelli sull’aspartame penso che molti di voi vogliano essere informati anche sugli altri edulcoranti di sintesi che si possono trovare negli alimenti industriali e sapere se ci sono rischi per la salute derivanti dal loro consumo.

Tutto ciò che è stato detto nella trasmissione di cui sopra è già noto da tempo a coloro che hanno letto il mio libro sugli additivi (Giannattasio M. e Rucabado C., Gli additivi alimentari, una guida – II ed., 2010, Edizioni L’Aratro), penso comunque che valga la pena di parlare ancora di queste sostanze così utilizzate nell’industria alimentare.

Premessa doverosa. Tutti gli edulcoranti di sintesi rientrano nella categoria degli additivi alimentari e per questo hanno un codice contraddistinto dalla lettera E di Europa seguita da un numero.
Quando in etichetta leggete “a basso apporto calorico” o “senza zuccheri aggiunti” è molto probabile che il prodotto che avete tra le mani contenga uno o più edulcoranti di sintesi.

Agli edulcoranti di sintesi, come a tutti gli altri additivi alimentari permessi, è stata assegnata per regolamento comunitario una DGA (in inglese, ADI). Secondo la definizione ufficiale, la DGA di una sostanza potenzialmente nociva oltre una determinata dose, come può esserlo un additivo alimentare o il residuo di un pesticida presente negli alimenti, è “la quantità che una persona può ingerire ogni giorno e per tutta la vita senza rischi per la salute”.
Si esprime in mg/kg di peso corporeo, per cui se la DGA di una sostanza è, per esempio, di 1 mg/kg, una persona che pesa 60 chili può ingerire di quella sostanza non più di 60 mg al giorno.

Va tenuto presente che i rischi cui fa riferimento tale definizione sono quelli ipotizzabili allo stato attuale delle nostre conoscenze scientifiche. Il che significa che le Autorità preposte alla sicurezza alimentare possono abbassare la DGA già assegnata ad un additivo (o addirittura vietare l’additivo stesso) se nuove ricerche scientifiche evidenziano che il suo consumo comporta rischi che non erano stati previsti. Una situazione del genere si è verificata per diversi additivi. Ad esempio la DGA del colorante “Blu brillante FCF” (E 133) è stata abbassata recentemente da 10 mg/kg a 6 mg/kg, mentre il colorante “Rosso 2G” (E 128), che era permesso per colorare di rosso alcuni aperitivi dei nostri un-happy hours (DGA assegnata 0,1 mg/kg), è stato vietato perché nuove ricerche hanno fatto sospettare che possa essere cancerogeno.
Va anche tenuto presente che la DGA assegnata ad una sostanza è tanto più bassa quanto maggiore è il rischio che la sostanza possa essere nociva. Ad esempio, se due sostanze hanno una DGA, la prima di 100 mg/kg e la seconda di 1 mg/kg, la seconda è potenzialmente 100 volte più nociva della prima.
Ed ora passiamo in rivista gli edulcoranti di sintesi attualmente permessi nell’Unione europea, fatta eccezione dell’aspartame di cui ormai sapete abbastanza dopo aver visto la trasmissione della Gabanelli di ieri (se però volete sapere qualcos’altro sull’aspartame chiedete qui nei commenti)
Acesulfame K (E 950). DGA = 9 mg/kg.
Può causare cefalea in alcune persone. Nelle cavie, a dosi oltre 100 volte la DGA, si riscontrano sintomi come riduzione del peso corporeo, lieve diarrea e variazioni dei valori ematici. È stata anche osservata una stimolazione dell’insulina dipendente dalla dose. I dati sulla cancerogenicità sono contradditori e sono stati recentemente giudicati inadeguati (Karstadt M. Inadequate toxicity tests of food additive acesulfame. Int J Occup Envirn Health (2010), 16, 89-96). Attenzione: rischio per i bambini di superare la DGA.
Acido ciclammico e suoi sali (E 952). DGA = 7 mg/kg.
Per questo, la DGA che era di 11 mg/kg. è stata abbassata a 7 mg/kg. Nelle cavie, a dosi oltre 100 volte la DGA, si sono riscontrati cancro della vescica e atrofia testicolare. È permesso nell’Unione Europea ma è stato bandito negli Stati Uniti dal 1970.
Neotame (E 961). DGA = 2 mg/kg.
È un derivato dell’aspartame. Può dare cefalea in alcune persone. Nelle cavie, a dosi oltre 100 volte la DGA, può causare perdita di peso attribuita a scarsa palatabilità; nei cani aumenta la fosfatasi alcalina, un enzima indicatore della funzionalità epatica.
Saccarina (E 954). DGA= 5 mg/kg.
Riportati casi di sensibilizzazione alla luce e fototossicità. Disturbi digestivi sono stati osservati in persone che consumavano più di 1 grammo di saccarina al giorno. Nelle cavie, a dosi oltre 100 volte la DGA, rischio di embriotossicità. Attenzione: rischio per i bambini di superare la DGA.
Sucralosio (E 955). DGA = 15 mg/kg.
Possibili effetti negativi sulla regolazione della glicemia nei diabetici. Nelle cavie, a dosi oltre 100 volte la DGA, è stata osservata riduzione del volume del timo e della milza.

Considerazione finale

Lasciamo stare DGA e rischi di tossicità e cerchiamo di ragionare da consumatori consapevoli. In effetti, i prodotti alimentari che contengono edulcoranti di sintesi appartengono in buona parte a quella categoria di alimenti, detti “dalle calorie vuote”, in cui però lo zucchero è stato sostituito proprio da questi edulcoranti per renderli “light” in calorie (bevande aromatizzate, gomme da masticare, dolciumi), che andrebbero comunque evitati per la loro riconosciuta nocività. Anche i prodotti a base di latte propagandati per tenere basso il colesterolo o “arricchiti” di qualcosa contengono edulcoranti di sintesi. Come ho più volte scritto su questo blog e sulla rivista Valore alimentare, tutti questi prodotti hanno scarso valore nutrizionale e vanno considerati tutt’al più integratori.
Edulcoranti di sintesi si possono trovare però anche in alcuni prodotti prelibati come marmellate e cioccolata. Vi chiedo, ma pensate davvero che mangiando un pezzettino di cioccolata o un cucchiaio di buona marmellata, lo zucchero che mettete in corpo sia tanto da attentare alla vostra linea? Cento grammi di cioccolato fondente al 70% di cacao, contengono qualche decina di grammi di zucchero, il che significa che, mangiandone un pezzettino da 10 grammi, si buttano dentro sì e no 2-3 grammi di zucchero (una miseria!). Quindi, quando vi va, mangiatelo pure un pezzetto di cioccolato ma fatto come si deve e lasciate stare quello “addolcito” con qualche edulcorante di sintesi. Lo stesso vale per un cucchiaio di marmellata di buona qualità.
Diverso il discorso per i diabetici. Ma questo lo si deve affrontare con il proprio medico.
Se volete altre informazioni su questo argomento vi segnalo il mio libro sugli additivi di cui sopra. Ci è costato due anni di lavoro per leggere tutti i rapporti dell’EFSA sui singoli additivi. E la cosa che ci ha lasciati basiti è che spesso si leggono affermazioni come questa: “l’effetto tossico osservato potrebbe non essere dovuto all’additivo”. Vi pare che questa sia la maniera di esprimere un giudizio sulla tossicità di una sostanza? Ci si aspetterebbe che un comitato di esperti, com’è o come dovrebbe essere quello dell’EFSA, dica: “l’effetto tossico osservato non è dovuto all’additivo”. Oppure che: “l’effetto tossico è dovuto all’additivo”. “Potrebbe” indica insicurezza e porta incertezza.