Durante il primo workshop di panificazione chiacchieravo con Loretta dell’autunno che stava arrivando, e delle ricette che avremmo provato a preparare con l’arrivo del freddo. Lei mi raccontava che Emiliano, il suo compagno, all’arrivo di questa stagione adorava ogni tipo di zuppa, e io le dicevo che invece a me le zuppe non piacevano particolarmente, e che non le preparavo mai.
cavolo cappuccio ricetta
Adesso, visto che questa è già la seconda zuppa che posto, e che ne ho ancora un po’ da farvi vedere, mi sa che Loretta mi classificherà definitivamente tra le conoscenze da smistare direttamente al manicomio :-P Il fatto è che… ehm. Ho cambiato idea. Cioè, da quando quella sera ho parlato con Loretta mi si è insinuato in testa un tarlo (accanto al neurone) che continuava a dirmi “buone le zuppe”; e aveva ragione, perché ad esempio questa, che ho estrapolato dal meraviglioso blog di Heidi (eh, lo so, da lei attingo a piene mani!), è fantastica, e detto da una che non ama le zuppe, potete crederci :-)
Conoscete la differenza tra la verza e il cavolo cappuccio, vero? In tutte e due le brassicaceae le foglie si dispongono attorno al fusto a forma di cappuccio, ma mentre nel cavolo cappuccio sono lisce, nella verza sono tutte rugose e crespe.
Rispetto al cavolo cappuccio, che per il minore contenuto di sali e proteine vegetali ha un’azione diuretica e si presta ad essere utilizzato sia cotto che crudo, la verza viene impiegata prevalentemente cotta, perché è molto più coriacea e ricca di scorie, fibre e clorofilla (infatti può essere molto utile per la stitichezza), e quindi cruda non è molto digeribile. Addirittura il cavolo cappuccio, in virtù di un principio attivo che si chiama gefarnato, svolge anche un’azione lenitiva sulle infiammazioni della mucosa gastrica.

Secondo la bioterapia queste due crucifere hanno una dimostrata azione antitumorale e sono di grande aiuto nelle patologie che riguardano la tiroide. Sono molto utili anche nella dieta delle donne in menopausa, soprattutto se affette da osteoporosi, perché hanno un equilibrio ottimale di iodio, fosforo, ferro e vitamina C, che facilitano l’assorbimento del calcio e la sua precipitazione nella struttura delle ossa.

La bioterapia dice anche non bisognerebbe unire le crucifere con i legumi (ehm… solo per questa volta… l’ho letto troppo tardi), perché questa associazione finisce con l’essere troppo ricca di sali, scorie e principi nutrizionali che l’organismo fa fatica a smaltire e ad utilizzare; inoltre bisogna assolutamente evitare di associarle ai formaggi, perché hanno indicazioni metaboliche in antitesi tra loro.
ricetta con il cavolo cappuccio
Ho anche una dedica da fare :-) Qualche giorno fa mi ha contattata la dolcissima Sara di Meringhe alla panna che ha pensato di fare una bella sorpresa a Sigrid, il cavoletto più conosciuto della rete. Il fatto è che Sigrid proprio oggi pubblica il suo primo libro, e Sara ha pensato di coinvolgere me e altre foodblogger, chiedendoci di dedicarle il nostro post di oggi, per farle degli auguri speciali per la sua pubblicazione. La regola era preparare una ricetta che contenesse negli ingredienti i cavoletti di bruxelles, ma naturalmente io avevo capito tutta un’altra cosa (pensavo che andasse bene qualsiasi tipo di cavolo) e ho comprato il cavolo cappuccio, ehm.
Evvabeh, però se ci pensate bene è quasi identico a un cavoletto di bruxelles, è solo un po’… ehm… *molto* più grande. Spero che Sigrid apprezzi comunque, le faccio tanti auguri per il suo bellissimo libro e spero che abbia tanto successo, ché se lo merita. Adesso la smetto di chiacchierare, eccovi la ricetta della zuppa (naturalmente ho operato alcuni piccoli cambiamenti sia nel procedimento che negli ingredienti); assaggiatela e poi ditemi se non è uno spettacolo, e se Heidi non è un genio :-9

Ingredienti:
300 grammi di cavolo cappuccio
200 grammi di fagioli bianchi già cotti*
200 grammi di patate
4 spicchi d’aglio
1/2 cipolla gialla
olio extra vergine d’oliva
due foglie di alloro
due cucchiaini di semi di finocchio
due cucchiai di parmigiano reggiano

*Mica avrete pensato di utilizzare quelli in scatola, veroooo?
Lavate molto bene le patate con la spazzola per le verdure, e tagliatele a dadini di mezzo centimetro, lasciandogli la buccia. Affettate sottilmente la cipolla, e un po’ meno sottilmente il cavolo cappuccio, e riponete tutto da parte. Mettete a bollire un litro d’acqua, o anche meno, a seconda di quanto volete che la vostra zuppa sia brodosa.
In una pentola d’acciaio con un bel fondo pesante mettete un po’ d’olio a coprire il fondo insieme agli spicchi d’aglio tritati con il coltello. Ponete sul fornello a fiamma bassissima, in modo che l’aglio ceda lentamente i suoi olii essenziali all’olio d’oliva; dopo pochissimi minuti, prima che l’aglio si colorisca, aggiungete i dadini di patate e lasciate rosolare qualche minuto e poi annettete la cipolla, l’alloro e un cucchiaino di semi di finocchio pestati nel mortaio o tritati a coltello. Lasciate cuocere per un altro paio di minuti, poi aggiungete l’acqua bollente (tanta quanto volete che la zuppa sia brodosa) e i fagioli (ben scolati dal liquido di cottura), e alzate la fiamma.
Quando l’acqua arriverà ad ebollizione aggiungete il cavolo cappuccio. A questo punto dovete lasciar cuocere solo tre o quattro minuti, fino a quando il cavolo si sarà un po’ ammorbidito, ma non avrà perso la sua croccantezza. Alla fine della cottura cominciate ad aggiungere il sale, solo un pizzico alla volta, solo fino a quando non avverite il sapore delle verdure che emerge, poi fermatevi. In questo modo il sale non si sentirà e la vostra zuppa avrà un gusto celestiale.
Salvo poi portarla a zac che ci ha versato tutta la saliera dentro, ovviamente.
Servite con un filo d’olio d’oliva, qualche seme di finocchio e un cucchiaio di parmigiano. È fantastica anche riscaldata :-)