Sabato abbiamo fatto un blitz di corsissima al mercato di Ponte Milvio, dove ci sono due banchi/isole di salvezza per chi come noi mangia consapevole: quello di Caramadre e il mitico Agribios, imperdibile.
pomodori al riso
Purtroppo Agribios il sabato è chiuso, però il banco di Caramadre era lì e strabordava di pomodori di tutti i tipi. Ovviamente mi sono venuti gli occhi a forma di pomodoro (tipo Paperone), e non solo a me, ma anche allo zac e alla minizac, visto che erano i primi pomodori che vedevamo da tipo sei (o sette?) mesi. Siamo andati via pieni di buste (di carta e di stoffa, ovvio!!) profumatissime, e la minizac ha sbocconcellato per tutto il tragitto in macchina dei pomodorini dolcissimi a mo’ di caramelle.

E riflettevo sul fatto che per frequentare il pasto nudo bisogna essere proprio stufi stufissimi della vita che s’è fatta finora, e avere veramente un sacco di voglia di aprire gli occhi e di uscire dallo stato ipnotico e sonnolento (ma molto più comodo) nel quale s’è stati finora, perché è faticoso e ci sono pochi momenti nei quali si può abbassare la guardia.
E che invece avere modo di riposare la testa è fondamentale, perché ci si ammala al 50% per cibo sbagliato, sì, ma l’altro 50% è lo stress, e che coniugare tutto è maledettamente difficile. E che però ormai non so fare altro che la strada che ritengo giusta, e indietro non si torna, quindi meglio prendere pazienza e mettersi a cercare il modo di essere sereni, felici e consapevoli nonostante tutte le difficoltà, e che cerca cerca prima o poi si trova.

Chiusa parentesi palloso-riflessiva e aperto capitolo piatti classici romani che non conosco ma che mi attraggono irresistibilmente per la loro tipicità. Eccerto, gioca anche il fatto che lo zac è romano de roma e se ti dice ma non mi fai mai i pomodori ripieni di riso non posso mica dirgli fatteli fare da tua madre (è così carino!) :-) E in fondo che sarà mai, si tratta solo di aprire un pomodoro, svuotarlo e riempirlo di riso e di se stesso.
origano fresco
E no, la cosa non è esattamente questa. Bisogna munirsi di segreti atavici derivanti dall’esperienza di chi questo piatto l’ha fatto cento volte, e ha pensato come migliorarlo, mettendoci dentro la propria golosità, l’amore per il cibo e per i propri cari, e anche un po’ di istinto da scienziato pazzo.
pomodori con il riso
Avevo sottomano un paio di ricette nel pozzo infinito dei miei segnalibri, e alla fine mi sono buttata su questa di Alex, motivo foto stratosferiche e nonna (di lei) abruzzese trapiantata a Roma, due garanzie in un solo post. Però siccome era la mia prima volta sono venuti buonissimi, ma non perfetti come avrebbero dovuto essere nel giardino della mia fantasia. Avrei voluto il riso più croccante e i pomodori più dolci.
pomodori al forno
Ho chiesto un po’ in giro (dove chiedere in giro significa andare su Facebook e urlare TERESAAA!!!), e ho ottenuto un po’ di link interessanti da studiare, individuato i possibili errori (temperatura del forno, ammollo del riso, texture del ripieno e altre cosette varie), e la ricetta che vi fornisco a seguire è quella già epurata e corretta, ma non ancora provata (mica facile trovare i pomodori giusti), per cui rischiate che vi vengano molto meglio dei miei; nel caso tornate e raccontate!

Ingredienti:
3 pomodori grandi, ben maturi ma non molli
1 pomodoro medio, molto morbido dolce e succoso
3 patate novelle medie
120 grammi di riso originario (o un cucchiaio abbondante per pomodoro)
1 spicchio d’aglio
tanto basilico o origano o menta freschi
sale marino integrale
pepe in grani facoltativo
olio extravergine d’oliva

Per prima cosa lavate i pomodori, tagliate le calotte e svuotateli con un cucchiaio affilato con una certa delicatezza (il buco nel pomodoro è nostro nemico). Raccogliete la polpa in una ciotola grandina. Secondo la ricetta di Alex andrebbe frullata con l’aglio, il basilico, il sale, il pepe macinato e l’olio, poi andrebbe aggiunto il riso, mescolato e lasciato riposare in frigo preferibilmente per tutta la notte, che è quello che ho fatto io.
Da suggerimenti molto interessanti colti sul mitico gennarino invece vi consiglio di spezzettare e schiacciare bene la polpa con le mani o una forchetta (o al limite passarli con il passaverdure), aggiungere l’aglio tritato finemente con il coltello, il basilico strappato con le dita, sale, pepe e olio (assaggiate), mescolare bene con le mani, aggiungere il riso (io ho usato il rosa Marchetti biodinamico di Cascine Orsine) e rimescolare, e coprire e lasciare lì al massimo un’oretta.
Intanto potete per prima cosa salare un pochino i pomodori svuotati e metterli a testa in giù a scolare il liquido e poi occuparvi delle patate, strofinando bene la buccia con la spazzola apposita (se sono novelle sarà sottilissima e mangiabilissima, altrimenti pelatele), asciugarle e tagliarle a spicchi.
Trascorso il tempo necessario preriscaldate il forno a 220°C (io l’ho messo a 180°C e secondo me non era abbastanza caldo) e mettete i pomodori in una teglia di ceramica, spargendo gli spicchi di patate tutto intorno. Riempiteli con il composto di riso pomodoro e tutte le altre cose buone, se ne rimane un pochino conditeci le patate, coprite con le calotte e infornate.
Lasciate cuocere per 45 minuti – un’ora (io ho usato il forno statico, ma secondo me da metà cottura in poi si potrebbe andare con il ventilato se si desidera un riso un po’ più asciutto), guardate sempre l’aspetto che hanno i pomodori, il tempo di cottura dipende molto anche dalla loro grandezza.
Servite caldi o anche (molto più buoni) freddi di frigo (che in questi giorni ci sta proprio) il giorno dopo :-)