Se non vi riassumo adesso gli ultimi tre eventi pastonudisti non lo faccio più. Come mio solito tutto quello che è accaduto si sta già cominciando a fondere in un unica sensazione molto intensa e bella, nella quale però persone e parole si trasformano in quello che in realtà sono, e cioè l’espressione di un’energia forte e meravigliosa, un’onda inarrestabile intrisa di voglia di voltare pagina, di essere illuminati, di andare nella direzione del rispetto e della saggezza.
Dama d'Erbe Roma
Quando parliamo con zac di quello che è successo lui mi dice di questa persona o quell’altra e io non mi ricordo nulla, solo l’atmosfera. Lo so è allucinante. Lui dice che inventeranno una malattia mentale solo per me e la chiameranno morbo di Piscicellus o qualcosa del genere X-D
Di Dama d’Erbe, e del bellissimo discorso di Carla sulle erbe e delle riflessioni alle quali mi ha portato vi ho già accennato qui.
Non vi ho detto però del finger food pazzescamente buono che ha preparato Isabella (chi c’era può confermare!!), delle persone stupende che erano lì (alcune venute da fuori apposta per l’evento!) e dell’atmosfera veramente ma veramente magica che avvolgeva tutto e tutti.
dama d'erbe
Non ho avuto neanche un istante per fare qualche scatto, ma per fortuna c’era Beatrice, che ha un gusto eccezionale e fa proprio le inquadrature che vorrei fare io (se avessi la sua mano), per cui stavolta vi beccate pure un paio di foto mie (il mostro), oltre alla gente bellissima che c’era lì. Tutte le foto dell’evento di Dama d’Erbe, compresa quella di apertura sono sue. Grazie di cuore Bea! <3
dama d'erbe roma
Che dite, le posso chiedere di essere la fotografa ufficiale del pasto nudo? Secondo voi devo organizzare una cenetta a lume di candela o la invito a una partita di baseball e faccio comparire la richiesta sul tabellone? No perché mi piace molto fotografare ma visto che tutto non riesco più a farlo mi accontenterei pure di scrivere solo i contenuti :-P
associazione dama d'erbe labaro
Vabbeh. Insomma a parte il discorso interessantissimo che ha fatto Carla sulle erbe spontanee (ci ha parlato della menta, della borragine e dell’ortica) che quello da solo sarebbe valso l’intero evento, la serata è scivolata via chiacchierando e firmando libri. Lo sapete che non ci riesco proprio a fare le dediche senza dargli un significato preciso? Voglio dire, devo per forza chiacchierare *prima* un po’ con la persona alla quale lo sto dedicando, così scrivo qualcosa di personalizzato. Mi sono pure scocciata perché con chi ha partecipato al crowdfunding non ho potuto farlo, per il semplice motivo che non li conoscevo! Mannaggia! :-D
evento dama d'erbe il pasto nudo
Tutti sembravano molto a loro agio e tanti si sono intrattenuti ben oltre quello che avrebbero potuto; i posti a sedere erano pochi eppure le persone rimanevano, giravano un po’ dentro un po’ fuori, i bimbi giocavano nello spazio erboso antistante ed era tutto molto tranquillo e bello. Le galline non si sono viste, mi sa che le abbiamo terrorizzate, poverine :-)
il pasto nudo ft. dama d'erbe
Passiamo a quello che è successo a Bologna, ché qua rischio di fare il post più lungo della storia del blog. Purtroppo di Ca’shin ho solo qualche scatto che ho fatto con il cellulare quando siamo arrivati e qualcosa durante il seminario. Il vulcano però se non sbaglio ha fatto un piccolo video di fortuna, quindi quando riuscirà a montarlo (tempo permettendo) magari potrò aggiungerlo per farvi vedere il prof e Sabine che ci raccontavano le cose più interessanti del mondo e io che non sapevo che dire alla fine :-)
Ca'shin Bologna
Che ve lo dico a fare. Ca’shin è un sogno. Un posto superbellissimo, arredato con un gusto senza pari. Ogni singolo particolare era sottotono e minimalista, e però attirava l’attenzione come una calamita. Disseminate qua e là con modesta casualità c’erano le opere di un’artista che realizza tutto con il filo di ferro che mi hanno colpita tantissimo (no, non le ho fotografate, sigh). Una sedia, con tanto di cuscino trapuntato (sempre di filo di ferro), un cavallo a grandezza naturale che veniva fuori dal muro della veranda del ristorante, e poi avreste dovuto vedere le due stanze nelle quali accolgono gli ospiti; una singola e una matrimoniale che ti infondevano un senso di calma serafica solo a metterci piede.
Ca'shin Bologna
C’era un sottotetto isolato con vecchi maglioni di lana (a vista), c’erano porte di legno sbiancato e vecchie poltrone vissute di tutte le forme. Ogni singolo particolare era degno di nota, come le prese della corrente, di porcellana bianca. E la ciliegina sulla torta era l’orto (teatro) biodinamico. Vabbeh, di Ca’shin poi ve ne dovrò parlare per bene, perché ci vuole un post solo per descrivere loro. Vi dico solo che hanno un riscaldamento a pavimento (il mio sogno), alimentato da una caldaia a legna che proviene dal bosco di Parco Cavaioni; che le pareti sono tutte coibentate in legno; che tutti gli intonaci e le tinteggiature sono a calce (il mio sogno number two), e tante, ma tante altre cose che rendono quel luogo un posto dove bisogna *assolutamente* andare.
Ho conosciuto anche la persona che ha avuto l’idea di fondare questa meraviglia: mamma, architetto e donna geniale in genere,(chiamasi Francesca Lenzi), e ci siamo trovate in una sintonia perfetta (non avevo dubbi). La potete vedere nella foto qui sotto mentre presenta il seminario, subito prima che cominciasse a parlare il prof.
Ca'shin Bologna
Il prof. Ehhhhhhh… non saprei veramente come riassumervi brevemente quello che ci ha raccontato. Vi dico solo che eravamo tutti ipnotizzati mentre lui parlava dei vari aspetti dell’agricoltura, passando dal particolar(issimo) al generale. Di quanto le monoculture siano deleterie, di come agiscano i nitrati sulle piante, riducendone le radici e rendendo ipertrofiche le parti aeree. E tutta la parte della fotosintesi, e poi alcuni cenni all’epigenetica (superinteressante), il discorso sull’importanza del giusto rapporto omega3/omega 6 nella nostra alimentazione, e tanto tanto altro (vi dico solo che ho tre pagine di appunti scritti in corpo sette!!). La cosa per me più avvincente è stata tutta la parte della vitalità del cibo, e la piramide alimentare che ci ha disegnato, che poi guarda caso è la stessa dell’antica scuola medica salernitana.
Sentir parlare il prof. è un’esperienza mistica, veramente imperdibile.
Ca'shin Bologna
Anche Sabine è stata incredibile, quella donna ha un’energia insospettabile! Quando la guardate non immaginereste mai in quella signora bionda dagli occhi chiari e dalla sciarpa azzurra così tanta passione ed energia. Ci ha raccontato delle quattro qualità di pensiero (riconducibili ad acqua, aria, terra e fuoco) e di come lei utilizzi uno schema molto preciso quando si trova di fronte ad un paziente. Della differenza tra il principio femminile e di quello maschile e di come queste due energie si intreccino e si completino; di come sia importante che il proprio modo di alimentarsi non si avvolga su se stesso, e non prescinda dall’energia che c’è attorno. Ad esempio ci diceva di quanto sia importante andare a letto leggeri alla sera, mangiare poco e molto presto; nonostante questo però ha sostenuto con forza che è molto meglio mangiare tardi e tanto, ma in ottima compagnia e divertendosi che osservare una dieta impeccabile agli orari giusti ma in un mood depresso o triste.
Ci sarebbe tanto altro da raccontare, ma potete andare a dare uno sguardo al post che ha appena pubblicato sul suo blog; anche lei tenta di riassumere quello che è successo da Ca’shin e fa un interessante elenco di punti fondamentali da prendere in considerazione.
Ca'shin Bologna
Vabbeh, poi ho parlato io, che sinceramente dopo tanta saggezza mi sono sentita abbastanza inadeguata! Ho cercato di riassumere i punti fondamentali da tenere presenti per alimentarsi consapevolmente e di dare ai presenti una testimonianza pragmatica di come sia possibile convertire la propria vita ad uno stile più sereno, etico e sano. Ho raccontato la mia esperienza, ho cercato di trasmettere quanto sia importante fare rete in questo momento, invece di contrapporsi e creare grumi energetici, e ho pregato tutti di diffondere più possibile ciò che avevano appreso, senza aggressività, ma semplicemente trasmettendo con le proprie azioni e il proprio stile di vita un nuovo modo di essere e di fare.
Non vi racconto del pranzo (veramente buono), vegetariano e dei dolci, che erano un sogno (che poi c’era anche la cornice e l’atmosfera giusta per mangiare, come raccomandava Sabine!), perché ho già ampiamente sforato tempi e modi del blog. Vi dico solo che è stata un’esperienza bellissima e che spero vivamente di tornare da Ca’shin e di trascorrere altre giornate interessanti come questa.
Prima che mi ci mandiate, passo a raccontarvi del giorno 2, in featuring con Riccardo Astolfi e la sua mitica comunità del cibo pasta madre (prometto sarò breve!).
Alle 10 del mattino avremmo dovuto essere alla Scuola Steineriana di Bologna, solo che é successo di tutto. Intanto non riuscivo a svegliarmi perché mi ero fatta mezza notte in bianco; mi ero svegliata per il temporale e mi ero convinta che stava arrivando la tromba d’aria (ce n’era stata una il giorno prima, poco distante). Mi ero rifiutata di riaddormentarmi e mi ero pure vestita per andare nel rifugio antitromba d’aria (che non c’era). Quindi siamo usciti in leggero ritardo, che è diventato un ritardo di tipo mezz’ora perché il navigatore dell’iPhone giustamente non funziona nelle campagne Bolognesi :-P abbiamo preso tutte le strade al rovescio con Francesca che mi chiamava ogni otto secondi (dove siete? E adesso? E adesso? E adesso?). Quando sono arrivata, con una faccia di bronzo assurda, c’erano già tutti e venti gli iscritti fermi in piedi nella cucina, tipo uccelli di Hitchcok o.O
Comunità del cibo pasta madre Bologna
Per fortuna era tutta gente supercarina e comprensiva, e poi c’erano anche la stramitica Silvia moglie-da-una-vita (che era venuta in bicicletta!), l’incantevole Sabrina, e la dolcissima Sabina che era venuta da Roma apposta (eccoci qui su facebook tutte abbraccione)!! Mi si è aperto il cuore, ci siamo messi subito all’opera e spero di aver contagiato qualche altro panificatore con il virus della consapevolezza (ci conto, eh, dico a voi che c’eravateeee!). Abbiamo frittellato, chapatato, grissinato (eh, quelli sul blog ancora non sono riuscita a farveli vedere, ma li inserirò presto) e chiacchierato un sacco. Abbiamo fatto quasi tutto con la farina di farro monococco e un’altra farina antica integrale (non so se rendo la difficoltà della cosa!).
Alla fine ho firmato svariati libri che sono stati adottati amorevolmente; poi c’è stata la grandinata del secolo.
comunità del cibo pasta madre Bologna
Purtroppo come vedete ho pochissime foto dell’evento, scattate al volo dallo zac che contemporaneamente dava anche retta alla pulcina; però potete dare uno sguardo al post di quel ragazzaccio di Riccardo (dovete assolutamente leggerlo), solo se promettete di chiudere gli occhi quando passano le mie foto però ehhhh!!!
Dopo siamo stati a mangiare con Francesca e Filippo in un posto molto carino e consapevole che si chiama Berberè; in codesto bio-ristorante-pizzeria di Bologna si è svolta la storica riunione per le ultime decisioni su quella che sarà la svolta del Pasto nudo, di cui vi avevo accennato qualche post fa. Ve ne parlerò a brevissimo, tenetevi alle sedie :-)))
Chiudo qui, ma prima devo dirvi una cosa importantissima! Se per caso vi trovate nel Piemontese e dintorni, ricordate che sabato 11 e domenica 12 maggio ci sarà Enodissidenze, che non ve lo posso raccontare, dovete andare proprio a vederlo, a mangiare le cose buonissime (a prezzi incredibili) che ci saranno lì, e soprattutto ad assaggiare tanto tanto ma tanto vino. Ripensandoci, ci farei un pensierino anche se *non siete* della zona.
Io avrei tanto voluto andarci (e lo zac avrebbe tanto voluto andarci alla millesima potenza), ma non credo che ce la farò (sigh). Se ci riusciamo manderemo qualche pastonudolibro, e saremo lì con il cuore (ma purtroppo non con le papille gustative).
Basta, chiudo, tenetevi forte per la novità che vi racconterò a brevissimo, e perdonatemi, vi prego, la lunghezzissima del post!! Non ce l’ho fatta a chiacchierare di meno (come al solito).