Catastrofi, catastrofi, catastrofi. Avete notato che ultimamente su internet non si parla altro che di disastri che verranno, o che sono già accaduti? Sarà che il fatidico 21 dicembre 2012 si sta avvicinando a grandi passi, e il popolo della rete chiacchiera, mormora, si scambia paure e finte/vere informazioni.

Che ne so, ad esempio le avete viste queste foto pazzesche scattate in Pakistan? Dopo l’alluvione che c’è stata l’estate scorsa, che ha riversato in una settimana una quantità di pioggia che normalmente sarebbe caduta in 10 anni (!!!) alcuni alberi sono stati ricoperti completamente di ragnatele, a tal punto che alcuni sono morti per la mancanza di luce. 20 milioni di Pakistani coinvolti. Roba biblica.
E l’Australia? Pare che le devastanti inondazioni di gennaio abbiano interessato un’area grande come la Francia e la Germania messe assieme :-P
Il Giappone e Haiti non c’è neanche bisogno di citarli, e vogliamo parlare del Marsili, il vulcano sottomarino che si trova tra la Calabria e la Sicilia, e che pare si stia risvegliando da un momento all’altro? Ma la lista sarebbe lunghissima, e infarcita di stranezze apparentemente inspiegabili e riconducibili ad antiche profezìe, come la morìa degli uccelli e dei pesci di cui si è sentito parlare lo scorso inverno.
Ovviamente questi spostamenti di acque e terre sono apocalittici per noi che ci viviamo sopra (certo, mi sentirei meno idiota se evitassimo di avere la presunzione di costruire centrali atomiche sulle faglie sismiche, magari… o meglio, se evitassimo proprio anche solo di pensarci, all’energia atomica come possibilità, almeno fino a quando non avremo trovato un modo per non produrre scorie indistruttibili e pericolosissime – e saremo diventati onesti, anche, che non guasterebbe); ma per la terra probabilmente sono solo, come dice zac, movimenti nel sonno.
Ieri leggevo un’intervista a un geologo americano (non ben precisato, ma che mi sembrava molto equilibrato, a differenza dei soliti toni apocalittici), e ho pensato che dovevo assolutamente condividerla con voi. In pratica sosteneva che ci sono stati degli studi che hanno misurato il campo magnetico che riusciamo a formare noi stessi quando proviamo un’emozione piuttosto che un’altra, e che questo campo magnetico è in grado di influenzare quello della terra.
Che atteggiamenti come gratitudine, apprezzamento, prendersi cura, creano un campo magnetico completamente diverso dall’invidia, la rabbia, il rancore.

Ricordate ad esempio quando vi ho raccontato di Sabine Eck, e della sua convinzione che ci sarebbero molte meno persone con l’osteoporosi se si provasse a pensare in modo più positivo?

In effetti, non so se ci avete fatto caso, ma tutto ciò che sta succedendo mi sembra che stia in un certo qual modo ridestando le persone (o viceversa?), che la gente stia cominciando a tirare su la testa e a guardarsi intorno, e a vedere se forse non sia il caso di mettersi all’opera, di fare qualcosa di concreto personalmente, subito.
E cosa c’è di più positivo, amorevole ed energetically correct di preparare un cibo sano e buono per le persone a cui vogliamo bene? Non è una delle espressioni più forti di amore, di *condivisione*, di “prendersi cura”?
Certo, ognuno userà le sue doti particolari, in ogni campo. Ciò che conta è il risveglio; alzarsi, e cominciare a incamminarsi sulla strada della consapevolezza. Per quello che mi riguarda, cucinare con calma, curare le mie piantine (che quelle sì, che si stanno risvegliando), catturare delle immagini che diano gioia, e condividere tutto questo con voi, sono le forme di meditazione che meglio mi si adattano.
Lo so, questa opinione sarà impopolare per molti, ma io credo al fatto che la Terra sia un organismo vivente, e che noi siamo strettamente legati ad essa, come lo siamo tra di noi. In quest’ottica riuscire ad essere sereni potrebbe forse portare un po’ di pace anche a livello globale, e aiutare altre persone, che in questo momento stanno soffrendo, ad essere più forti.
Vabbeh. Vado a fare un po’ di biscotti, va’.